Coca-Cola (@Shutterstock)
Lanciata nel 1886, la Coca-Cola si è affermata nel tempo come una delle bevande più iconiche e vendute al mondo. Tuttavia, in pochi conoscono l’episodio legato alla sua misteriosa versione bianca, ideata alla fine degli anni ’40 su richiesta dell’Unione Sovietica. In quel periodo, segnato dalla tensione della Guerra Fredda, il Maresciallo Georgij Konstantinovič Žukov (eroe della vittoria sovietica contro il nazismo) sviluppò una predilezione per la Coca-Cola. Ma per motivi politici e di immagine, evitava di farsi vedere con quella che rappresentava un emblema del capitalismo americano. Per ovviare al problema, propose la creazione di una versione trasparente, simile nell’aspetto alla vodka, più “neutrale” e compatibile con l’ideologia sovietica.
Dopo un primo tentativo fallito da parte degli scienziati sovietici di replicare la celebre bevanda (la cui formula era ancora gelosamente custodita negli Stati Uniti) il Maresciallo Žukov decise di rivolgersi direttamente alla Coca-Cola Company, facendo leva sui canali diplomatici americani.
Washington, ben consapevole delle implicazioni commerciali e strategiche di quella richiesta, accettò di scendere a patti. Venne così realizzata una versione speciale della Coca-Cola priva del colorante caramello, con un aspetto trasparente simile alla vodka. Nel 1946, 50 casse di quella che venne soprannominata “Coca-Cola bianca” furono inviate a Žukov. Le bottiglie, con tappi trasparenti decorati da una stella rossa, divennero un simbolo di cooperazione inedita tra due potenze rivali. Sebbene il sapore non fosse del tutto apprezzato, l’accordo portò a un vantaggio significativo: i carichi di Coca-Cola poterono circolare liberamente nei territori sovietici, a differenza di quelli di molte altre aziende americane, soggetti a rigidi controlli doganali.
Il progetto sovietico della Coca-Cola bianca fu limitato a quella produzione esclusiva e non ebbe seguito. Tuttavia, l’idea rimase nell’aria. Decenni dopo, nel 1992, la Coca-Cola Company lanciò la “Tab Clear”, una versione trasparente e dietetica della celebre bibita. L’iniziativa trovò inizialmente un buon riscontro in Giappone e nel Regno Unito, ma non riuscì a conquistare il grande pubblico degli affezionati alla formula classica. Ritirata dal mercato appena due anni dopo, la Tab Clear rappresentò un curioso ritorno a quella strategia diplomatica e di marketing nata, in origine, durante uno dei periodi più tesi del Novecento.
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Articolo di Biagi Linda
Fonti: Digi.TO
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