Quello visto nella gara di ritorno dei quarti di finale di Champions League è stato un Diego Simeone su tutte le furie. Già dall’andata si poteva immaginare un clima non proprio disteso: le parole di Guardiola nella conferenza stampa post-partita che criticavano il difensivismo eccessivo dei Colchoneros, non avevano certamente fatto piacere al Cholo.
Al ritorno, l’Atletico Madrid è stato eliminato al termine di una gara folle, in cui i ruoli si sono praticamente scambiati. Gli spagnoli hanno attaccato certamente in maniera più concreta rispetto all’andata, mentre il Manchester City ha difeso e sofferto, strappando uno 0 a 0, pur non sacrificando le qualità offensive della squadra. Gli animi si sono tesi soprattutto nel finale, quando alle continue perdite di tempo degli inglesi, i giocatori dell’Atletico hanno risposto con metodi poco educati, fino alla rissa finale nel tunnel. E anche in conferenza stampa gli animi non si sono placati. In particolare, Simeone si è levato qualche sassolino dalla scarpa…
Tutto è cominciato dopo la gara d’andata, in cui Pep Guardiola ha criticato non troppo velatamente l’atteggiamento estremamente difensivo dell’Atletico. Ieri, nel post partita, ha poi cercato di spiegare meglio il senso delle sue parole ai microfoni di Sky Sport:
“Non ho mai criticato l’Atletico. Ho solo detto che quando una squadra difende con tanti uomini è molto difficile segnare: è pura logica“.
Il Cholo Simeone, però, non ha mandato giù le dichiarazioni del tecnico spagnolo, e ha risposto senza tanti peli sulla lingua:
“Se Pep mi ha mancato di rispetto? Non devo dire la mia se qualcuno ha parlato bene o meno bene di me. Molte volte chi dispone di grande lessico è intelligente nel lodarti, ma con disprezzo. Noi forse abbiamo meno lessico, ma non siamo mica stupidi“.
Per quasi tutto il finale della gara di ritorno, l’allenatore argentino è stato ripreso dalle videocamere mentre applaudiva platealmente. Molti hanno inteso questo gesto come un sarcastico scherno alla direzione arbitrale, o ai giocatori del City, che cercavano di guadagnare minuti. Simeone ha spiegato poi il motivo del gesto:
“No, erano per la mia gente che stava dando il giusto valore all’impegno che stava mettendo la squadra. Come avrei potuto non applaudirli? Ci hanno sostenuto tutta la partita“.
Niente ironia, almeno pare, dietro ad un gesto volto quindi a ringraziare il popolo colchonero, che per tutta la gara ha incitato la squadra. Infine, c’è stato anche tempo per tirare qualche frecciata al suo collega Guardiola:
“Siamo stati eliminati e ci dà fastidio, ma mi piace vedere che quelli che hanno vinto festeggiano, anche quando non hanno giocato bene. Questo dimostra ancora una volta che la cosa più importante alla fine è vincere“.
Simeone non sembra quindi cambiare la sua visione del calcio, nemmeno dopo questo confronto con la filosofia di gioco di Guardiola. La verità è che non esiste una legge unilaterale su come si debba giocare a calcio, e che una grande squadra, per arrivare in fondo, deve saper sia dominare che soffrire; proprio come ha fatto il Manchester City.
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