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Serbia: assalitore ferisce con una balestra un agente a difesa dell’ambasciata israeliana

di Lorenzo Peratoner

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Nella mattinata di oggi si è consumato quello che il vicepremier e ministro degli interni serbo, Ivica Dačić, ha definito come un “atto di terrorismo” contro l’ambasciata israeliana di Belgrado. Un uomo, infatti, avrebbe estratto da una borsa una balestra, con la quale ha sparato un dardo sul collo un agente della Gendarmeria; quest’ultimo, nonostante la gravissima ferita riportata, ha neutralizzato l’aggressore.

Serbia: le dinamiche dell’assalto e le dichiarazioni di Dačić

L’attacco si sarebbe concretizzato verso le ore 11:00, come riportato da una nota dal ministero degli interni serbo, e l’attentatore si sarebbe rivolto più di una volta all’agente, chiedendogli delle indicazioni per raggiungere un museo; una volta tornato, tuttavia, avrebbe estratto la balestra e sparato sul collo dell’uomo. Il gendarme, tuttavia, ha potuto reagire prontamente, sparando con la pistola contro l’aggressore, che sarebbe deceduto dopo una mezz’ora.

L’agente è stato trasportato con urgenza al Pronto Soccorso, dove è stato operato per estrarre il dardo; le sue condizioni, tuttavia, sarebbero molto gravi.

Ivica Dačić ha parlato espressamente di “terrorismo“, e ha aggiunto:

“Abbiamo arrestato preventivamente altri individui che si trovavano nei pressi di strutture di polizia. Ci sono già sospetti che si tratti di individui noti ai servizi di sicurezza, legati al movimento wahhabita. Tuttavia, questa informazione non è confermata”.

La Polizia sarebbe riuscita a risalire all’identità dell’aggressore, Miloš Žujović (1999), nome religioso Salahudin, convertito di Mladenovac; era un musulmano facente parte del movimento wanhabita. In una nota del Ministero si legge:

“L’attacco al membro della gendarmeria , che sorvegliava l’ambasciata dello Stato di Israele a Belgrado, è allo stesso tempo un attacco all’ufficio diplomatico-consolare di un paese con il quale la Serbia intrattiene relazioni amichevoli, nonché un attacco al nostro Paese.

La Serbia avrà tolleranza zero nei confronti del terrorismo e di ogni forma di estremismo e continuerà a garantire l’inviolabilità delle missioni straniere, come ha fatto finora, in conformità con l’articolo 22 della Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche.

Siamo fiduciosi che le nostre autorità statali competenti chiariranno in modo efficiente e approfondito le circostanze e i motivi dell’attacco.

In questa occasione il Ministero degli Affari Esteri della Serbia è in contatto con il Ministero degli Affari Esteri di Israele e con i diplomatici di questo paese a Belgrado, ai quali fornirà tutta l’assistenza e il sostegno necessari”.

Le difese precauzionali e le dichiarazioni del primo ministro

Il ministero degli interni ha rinforzato le difese a scopo precauzionale in tutte le città, non solo negli edifici istituzionali, ma anche e soprattutto nei luoghi ad alta aggregazione, come i supermercati; si starebbero altresì stabilendo dei contatti con persone già conosciute dalle forze dell’ordine e con il movimento wanhabita, per raccogliere più informazioni per le indagini.

Il primo ministro Aleksandar Vučić ha dichiarato:

“Si tratta di un atto insensato che non si può attribuire a nessuna religione e a nessun popolo. È l’azione criminosa di un singolo che ha un nome e un cognome. Pertanto invito i cittadini a restare calmi e a non cedere alla propaganda di coloro che intendono creare conflitti da noi. La Serbia è in grado di rispondere con decisine alla minaccia del terrorismo. Chi pensava di destabilizzarci con tali insensatezze si è sbagliato”. 

Fonti: Governo della Repubblica di Serbia, Ministero degli Interni della Serbia, ANSA

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