Finalmente una tregua tra le due fazioni ormai sembra sempre più vicina. Nelle ultime 24 ore, infatti, in occasione del consiglio straordinario tenutosi in Qatar, numerosi sono stati i tentativi di trovare un accordo tra Israele e Hamas, ormai giunti al giorno 466 di guerra, sulla base del rilascio degli ostaggi e dei prigionieri di guerra in cambio di un prolungato cessate il fuoco.
Durante i negoziati di Doha il ministro israeliano Benjamin Netanyahu muove i primi passi verso un cessate il fuoco con Hamas della durata di 42 giorni. La prima bozza di accordo prevede la liberazione dei 33 ostaggi vivi e degli ostaggi uccisi durante la prigionia, a cui Hamas controbatte proponendo di liberare i primi tre ostaggi il giorno stesso dell’inizio della tregua e successivamente altri sette ad una settimana di distanza, con Israele che consentirà il rientro degli sfollati palestinesi dalla striscia di Gaza.
Fonti attendibili, su tutte la BBC, informano che ci sono state risposte iniziali positive da entrambe le parti coinvolte.
“Non entriamo nei dettagli di ciò che sta accadendo nei negoziati, siamo al punto più vicino a questo accordo da mesi. Abbiamo inoltrato le bozze dell’accordo a entrambe le parti e ora stiamo raggiungendo la conclusione nei dettagli”, ha dichiarato il ministro degli esteri qatariota. Secondo le prime voci, è proprio Hamas ad aver accettato per primo la bozza degli accordi, con Netanyahu che, dal canto suo, ad aver convocato un consiglio di emergenza proprio per discutere il tema del rilascio degli ostaggi presente negli accordi.
Inoltre, nel pomeriggio, Hamas ha diffuso un comunicato secondo cui una sua delegazione giungerà in serata a Doha per limare i dettagli di questa tregua, segno di un significativo tentativo di deporre le armi. L’accordo prevederebbe una pace di 42 giorni, il rilascio di 33 ostaggi israeliani in cambio della liberazione di 50 prigionieri palestinesi per ogni soldato donna israeliano e di 30 prigionieri per ogni civile israeliano.
In tarda serata arriva la risposta ufficiale del premier israeliano, disposto ad accettare le condizioni di tregua per la durata di 42 giorni in cambio del rilascio della liberazione della totalità di tutti i prigionieri israeliani. Si attende, dunque, solo la risposta ufficiale della fazione opposta, la quale starebbe aspettando solo la ritirata delle truppe dalla striscia di Gaza prima di dare il suo benestare a deporre le armi.
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Articolo di Giorgio Cantone
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