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Scienza, come fa il cervello a decidere cosa ricordare?

Come fa il cervello a selezionare i ricordi da preservare a lungo termine? Questo è il quesito su cui ha lavorato un team della Rockefeller University di New York per conoscere meglio il funzionamento della nostra mente. Benché si siano fatti grossi passi in avanti nell’ultimo secolo infatti, la complessità di quest’organo crea ancora moltissimi grattacapi agli scienziati di tutto il mondo.

Come scegliamo cosa ricordare?

Studiando alcuni topi intenti ad orientarsi in un labirinto in realtà virtuale, un team di ricercatori ha individuato un nuovo circuito cerebrale responsabile di selezionare le esperienze più salienti e trasformarle in ricordi a lungo termine. Secondo lo studio pubblicato sulla rivista di settore Cell, la parte anteriore del talamo avrebbe un ruolo importante nell’analizzare e conservare la memoria. Questo risultato sorprendente ed innovativo è figlio di una serie di esperimenti altrettanto avveniristici.

Il team ha infatti addestrato per settimane dei roditori da laboratorio a muoversi in un corridoio proiettato in realtà virtuale davanti a loro mentre correvano su una pallina rotante. In base ai percorsi questo corridoio offriva tre possibili soluzioni, legate ad un premio in acqua dolce o ad un fastidioso soffio d’aria sul muso. Lungo il percorso ai topi veniva suggerito il possibile esito attraverso stimolazioni visive o olfattive, per testare la loro abilità di ricordare quale ricompensa avrebbero così ottenuto.

Il team ha anche provato a inibire o stimolare l’attività del talamo o quella dell’ippocampo per capire in che modo potessero essere collegati con la formazione di ricordi di lungo periodo. Così si è compreso che stimolare il talamo anteriore migliorava le performance di ognuno di questi, mentre inibirne il funzionamento rallentava la creazione della memoria.

Si è capito dunque come questa sezione del cervello possa avere un ruolo fondamentale nella creazione dei ricordi, malgrado non è ancora chiara la dinamica per cui avviene. Secondo gli esperti infatti, il lavoro del talamo potrebbe essere favorito da qualche sostanza come l’adrenalina o la dopamina, segnali naturali di stimoli da ricordare.

 

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Enrico Tiberio Romano

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