Continuano le proteste riguardo l’abuso di IA nella produzione di contenuti d’intrattenimento, videogiochi nello specifico. A seguito della mancanza di un primo accordo sostenibile con le aziende, il SAG-AFTRA avrebbe trovato un compromesso che, stando a quanto affermato da alcuni doppiatori coinvolti in prima persona, non rappresenterebbe il volere delle categorie che tutela.
L’uso dell’intelligenza artificiale è sicuramente uno dei temi più trattati in questi ultimi mesi, principalmente per l’abuso che ne viene fatto che sfocia spesso nel rimpiazzo dell’essere umano. Anche i videogiochi stanno subendo le conseguenze di questo fenomeno, motivo per cui il SAG-AFTRA ha indetto numerosi scioperi. Questa protesta si riferiva in particolare, per il mondo del gaming, alla sostituzione dei doppiatori con l’intelligenza artificiale. Con il più recente accordo, stipulato il 9 gennaio 2024, sembrava che il sindacato avesse trovato un buon compromesso, invece molti doppiatori, come loro stessi affermano, non sono stati nemmeno presi in causa.
L’accordo, condiviso sul sito del sindacato, fa riferimento ad una società nello specifico, Replica Studios, specializzata proprio in tecnologia vocale che sfrutta l’IA. Dal testo condiviso possiamo leggere:
“L’accordo tra la principale azienda vocale IA e il sindacato degli artisti più grande del mondo consentirà a Replica di coinvolgere i membri SAG-AFTRA nell’ambito di un accordo equo ed etico per creare e concedere in licenza in modo sicuro una replica digitale della loro voce. Le voci con licenza possono essere utilizzate nello sviluppo di videogiochi e altri progetti multimediali interattivi dalla pre-produzione al rilascio finale”.
“Approvato dai membri interessati della comunità di doppiatori del sindacato, questo contratto segna un passo importante verso l’uso etico delle voci IA nei progetti creativi da parte degli sviluppatori di giochi e pone le basi per un impiego giusto ed equo dei doppiatori mentre esplorano le nuove opportunità di guadagno. forniti dall’AI. Oltre a stabilire termini e condizioni minimi, l’accordo garantisce il consenso e la negoziazione degli artisti per l’uso della loro doppia voce digitale e richiede che gli artisti abbiano l’opportunità di rinunciare al suo uso continuato in nuove opere”.
La parola chiave sembra quindi essere “eticità“, scaturita da un uso dell’IA che non vada a svalorizzare il lavoro di doppiatori che possono accettare o rifiutare i contratti. Detto così sembrerebbe tutto corretto, ma le reazioni dei doppiatori ci dicono il contrario.
Nei paragrafi sopra si specifica come il contratto è “approvato dai membri interessati della comunità di doppiatori del sindacato“, eppure molti membri ne erano completamente ignari. Kellen Goff, presente in titoli come Like a Dragon, Remnant 2 e FNaF Security Breach, sul suo profilo X accusa il sindacato scrivendo che ha agito alle spalle dei doppiatori, arrivando addirittura a definire il modo di agire “non democratico” e “dittatoriale”. E non è l’unico.
Anche Elias Toufexis, presente in Starfield, Death Stranding e Assassin’s Creed, mostra il suo dissenso scrivendo che “nessuno ha chiesto la sua opinione” nonostante sia “umilmente uno dei migliori doppiatori che ha lavorato nei giochi”. Infine, Melissa Medina, presente in Aliens: Fireteam Elite, Starfield e Star Wars: The Old Republic – Legacy of the Sith, in un post riassume efficacemente ciò che manca a questo sindacato: trasparenza, consenso informato, controllo (inteso come la libertà di poter rimuover la propria voce dal modello dell’IA).
Insomma, i pareri sono stati ampiamente contrastanti, con la speranza di ricevere più tutela nelle future decisioni.
Secondo voi le società abusano davvero dell’IA? Quale potrebbe essere una soluzione? Fateci sapere la vostra su Nasce, Cresce, Respawna e continuate a seguirci per altre news videoludoche!
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