“La Russia sta pianificando una massiccia offensiva militare contro l’Ucraina che coinvolge 175.000 soldati, avverte l’Intelligence statunitense”, è quanto scrive il Washington Post citando fonti e documenti dell’agenzia federale. Poi continua: “Il Cremlino sta pianificando un’offensiva in Ucraina su più fronti all’inizio del prossimo anno utilizzando 100 gruppi tattici di battaglione con un numero stimato sino a 175 mila soldati, insieme a blindati, artiglieria e altro equipaggiamento” .
Joe Biden ha fatto sapere che discuterà con il presidente Vladimir Putin della crisi che coinvolge la Russia e l’Ucraina; aggiungendo che lui non accetterà le “linee rosse” di Mosca. Anche il portaparola del Pentagono si è detto preoccupato per la vicenda: “Continuiamo a sostenere la de-escalation nella regione e una risoluzione diplomatica del conflitto in Ucraina orientale”.
È immaginabile il motivo per cui alla mobilitazione delle truppe sovietiche è corrisposta una trepidante animazione dei maggiori rappresentanti degli stati direttamente o indirettamente coinvolti. Lo scucirsi di un rapporto mai ben cucito infatti è foriero di un conflitto internazionale. E la la guerra, si sa, è faccenda di tutti. Ed è un obbligo mondiale scongiurarla nel limite delle proprie possibilità.
Parrebbe, secondo delle indiscrezioni rese note da alcuni informatori statunitensi, che l’intenzione dei russi sia quella di violare il confine tra gennaio e febbraio 2022. Si potrebbe dire che sia un braccio di ferro, e la questione effettivamente è di simile fattura. L’adunata del drappello armato a ridosso della frontiera Ucraina sembra avere lo scopo di portare un messaggio: “Noi russi siamo forti e impetuosi e nessuno può spaventarci”. Vladimir Putin, ha voluto nuovamente mostrare i muscoli al fine di intimorire l’avversario. Ritornando così , ancora una volta, al centro delle conversazioni globali per le sue smanie di conquista.
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di Gabriele Nostro
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