di Piergiuseppe Pinto
Negli ultimi mesi, la Russia, dopo la decisione di Putin di invadere l’Ucraina, è stata soggetta ad un vero e proprio isolamento, sotto tantissimi punti di vista. Non fa eccezione l’industria del gaming: il regime russo, però, è pronto a reagire anche alle contromisure messe in atto dalle grandi case di produzioni videoludiche.
Russia, Putin pronto a bandire l’industria del gaming per i prossimi 10 anni
Anche il mondo dei videogiochi ha isolato la Russia. Playstation e Xbox, ma in realtà tante altre case di produzione di hardware e software, hanno cessato ogni attività lavorativa nel Paese, escludendo inoltre i videogiocatori dai server e, di fatto, limitandoli al single player. Tanti prodotti non sono neanche arrivati, e stando a quanto comunicato in una lettera pubblicata da Russia Today, sarebbe pronta la risposta di Vladimir Putin.
La lettera, infatti, fa riferimento ad un ban sulle attività commerciali nel Paese nei prossimi 10 anni, se quest’ultime non dovessero riprendere entro il 1 maggio. Un ultimatum della durata di poco più di un mese che, naturalmente, riguarda tutti i grandi punti di riferimento del mondo del gaming, in primis PlayStation e Xbox. Si parla, inoltre, di un decreto firmato dal Governo russo, secondo il quale non verrà preso nessun provvedimento contro il furto di software o violazione di copyright (emulazione compresa), nei confronti dei Paesi che hanno cessato produzione e distribuzione in Russia.
Un vero e proprio braccio di ferro che, a questo punto, potrebbe avere ulteriori sviluppi alla fine del “countdown” imposto dal Governo russo. La sensazione, però, è che questa minaccia neanche velata non basterà per riprendere la produzione e la distribuzione di qualsiasi prodotto gaming in Russia.
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di Piergiuseppe Pinto
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