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Russia, “L’economia non può vivere di riserve”; si va verso il default?

di Gianmichele Trotta

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Negli ultimi mesi abbiamo assistito a innumerevoli sanzioni imposte dai Paesi occidentali nei confronti della Russia, con l’obbiettivo di portare il Paese a rinfoderare le armi e mettere fine alla guerra che da troppo tempo vi stiamo raccontando. Ma ce l’hanno fatta? Secondo le ultime rilevazioni, il rublo è più stabile rispetto all’inizio della guerra, e il merito è da accreditare alle misure adottate dalla governatrice della Banca Centrale Russa. Però, nonostante ciò, la stessa governatrice, la scorsa domenica, avrebbe ammesso che “le riserve non bastano più“. Ecco cosa sta succedendo, e cosa potrebbe accadere a breve…

Le contromisure della Russia per combattere l’inflazione 

Elvira Nabiullina, governatrice della Banca Centrale Russa, negli ultimi mesi ha fatto l’impossibile per stabilizzare la moneta del suo Paese e fermare la grave inflazione che l’ha colpita. Per renderlo possibile, ha innanzitutto aumentato i tassi di interesse di riferimento, arrivando al 20%, in modo che i titoli di Stato in Rubli fossero più appetibili. Inoltre, ha imposto alle grandi multinazionali russe, in particolare alle compagnie petrolifere Gazprom, Rosneft e Lukoi, di convertire in valuta Nazionale l’80% delle entrate.

Le ingegnose mosse finanziarie hanno evidentemente ottenuto il risultato auspicato, tanto che il rublo si è stabilizzato, dopo un periodo di inflazione, a un cambio paradossalmente migliore rispetto all’inizio della guerra. Stando a quanto riporta Il Corriere della Sera, si è infatti passati da circa 83 rubli per dollaro (prima della guerra), a 138 rubli per dollaro nel momento più critico, durante il conflitto. Poi, dopo gli interventi della Banca Centrale, il valore della moneta Nazionale è risalito fino all’attuale cambio (del 18 aprile) di 81 rubli per dollaro.

Conto alla rovescia: sono ancora a disposizione 50 miliardi

Nonostante la crisi finanziaria, la Russia è riuscita a smuovere una quantità ingente di risorse. Secondo l’ultimo report diffuso dalla stessa Banca Centrale, la Russia avrebbe utilizzato in un mese circa 39 miliardi di dollari per finanziare la guerra in Ucraina, e la somma non sembra essere eccessivamente gravosa per un Paese con un ammontare delle riserve pari a 643,2 miliardi di dollari. Tuttavia, bisogna considerare anche altri fattori.

Secondo un’analisi di Statista risalente al 30 giugno 2021, i 643 miliardi delle riserve russe sarebbero così ripartiti:

  • 21,7%, 128 miliardi di dollari, è il valore dell’oro, interamente in Russia;
  • 13,8%, 81,5 miliardi, in Cina;
  • 12,2%,  72,1 miliardi, in Francia;
  • 10%, 59,1 miliardi, in Giappone;
  • 9,5%, 56,1 miliardi, in Germania;
  • 6,6%, 39 miliardi, negli Stati Uniti;
  • 5,5%, 32,5 miliardi, nelle Istituzioni multilaterali, come il Fondo monetario e la Banca dei Regolamenti internazionali;
  • 4,5%, 26,5 miliardi, nel Regno Unito.

Considerando il blocco di tutte le risorse messo in atto dai Paesi europei, da gli Stati Uniti, Giappone e le Istituzioni internazionali, alla Russia rimangono a disposizione solamente le riserve depositate in Cina. Ci sarebbe poi anche l’oro stoccato nella stessa Russia, ma mettere in circolazione una quantità così imponente della risorsa sarebbe sconveniente; infatti, ciò porterebbe ad un abbassamento del prezzo della materia.

Conti alla mano, non è difficile intuire quante risorse la Russia possa ancora utilizzare prima del default. Considerando solamente gli 81,5 miliardi depositati in Cina, l’unico Paese a non aver bloccato le riserve della Russia, e sottraendo i 38,8 miliardi già spesi, alla Federazione Russa, rimarrebbero solamente altri 50 miliardi di dollari in riserva (circa).

russia

Bandiere di ONU e Russia (@Shutterstock)

Nabiullina: “Le riserve non bastano più”

50 miliardi di dollari sarebbero un cuscinetto più che sufficiente, grazie al quale uscire da un periodo di crisi in una situazione normale. La Russia, però, sta affrontando una guerra difficile e dispendiosa, tanto da rendere una cifra del genere addirittura ridicola in confronto alle spese richiese. D’altronde, come già detto, in un mese sono stati spesi già quasi 39 miliardi di dollari, e non sarebbe assurdo pensare che un altro mese di guerra possa richiedere altrettante risorse.

Ad ammettere la crisi con la quale la Russia sarà costretta a fare i conti è la stessa Nabiullina, governatrice della Banca Centrale Russa. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, il vertice della Banca russa ha comunicato in un intervento di domenica che “è finito il tempo in cui l’economia può vivere di riserve“. Poche ore dopo, è arrivata la risposta di Vladimir Putin, che ha sminuito la problematica e contraddetto la governatrice, affermando che “il rublo si sta stabilizzando” e che “il blitz dell’occidente è fallito“. Solo il tempo ci dirà la verità.

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