Pesante accusa rivolta contro la Russia di Putin che, se fosse vera, aggiungerebbe ulteriori crimini di guerra a quelli già attribuitigli. Alcuni gruppi di civili a Mariupol sono stati radunati e privati del passaporto. In cambio soltanto un permesso di soggiorno per poi essere spediti in Russia. Sembra la storia che si ripete “come nel ’44” si pronuncia il governo della città.
Per deportazione si intende il trasferimento forzato di un individuo o un gruppo di individui, come in questo caso. A questo si aggiunge anche la coercizione di essere relegati al territorio dove si viene deportati, senza possibilità di potersi spostare una volta giunti a destinazione. I condannati vengono privati, quindi, dei diritti politici e civili.
La deportazione di un intera popolazione è considerata un crimine di guerra, al pari di un genocidio. La Russia, quando faceva parte dell’Unione Sovietica di Stalin, era già stata condannata in passato per questo crimine. È il caso dell’operazione Lentil del 1944, quando venne condotta un’espulsione di massa ai danni della popolazione cecena poiché accusati dal dittatore dell’epoca di essersi schierati con i nazisti.
Ciò che accade oggi nella città portuale che si affaccia sul Mar d’Azov è prettamente simile. Secondo quanto riportato da Il Corriere della Sera, i russi stanno radunando gruppi di persone che vogliono solamente sfuggire alla guerra per poi privarli del proprio passaporto, in cambio un permesso di soggiorno. In questo modo, i civili trasferiti non potranno più spostarsi poiché questo foglio, senza passaporto, non ha alcun valore. Una volta giunti a destinazione, quindi, sono relegati in Russia.
Le autorità di Mariupol accusano Mosca: “I russi stanno facendo con gli ucraini lo stesso che fecero con i tartari di Crimea nel 1944“. Per il momento non ci sono prove però. I russi, al contrario, parlano di aiuto umanitario nei confronti della popolazione Ucraina. La vicepremier Irina Vereshchuk ieri ha aggiunto: “La Russia non apre i corridoi umanitari verso il territorio ucraino e migliaia di persone vengono deportate. Se vogliono salvarsi non hanno scelta e questo è un altro crimine di Putin“.
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di Gianmichele Trotta
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