Il regime autocratico di Putin, dopo l’invasione dell’Ucraina, ha iniziato ad adottare una serie di misure repressive in politica interna, allo scopo di evitare la controinformazione alla propaganda imposta dal Governo; questa linea dura si è tradotta in arresti e multe, come accaduto a una donna, la quale si è limitata a lanciare degli apprezzamenti sull’aspetto e sull’umorismo di Volodymyr Zelensky. Vediamo quindi i dettagli di quanto accaduto in Russia, come riportato da “Il Corriere della Sera“…
La fonte originale è l’ONG “Memorial“, la quale si occupa della difesa dei diritti umani e, dal punto di vista storico, di divulgare i crimini dell’ex regime sovietico; nel 2022 ha vinto il premio Nobel per la Pace. L’ONG ha denunciato quanto accaduto a una 70enne ancora a dicembre 2022, durante un viaggio in Caucaso. All’interno di un locale, infatti, avrebbe affermato, in merito al Presidente ucraino, che era “bello e divertente“; queste parole, tuttavia, le avrebbero udite solamente una delle cameriere e poche altre persone.
La stessa signora, inoltre, avrebbe aggiunto che “tutti erano soliti ridere alle sue battute“, riferendosi alla ben nota carriera attoriale e comica dell’attuale leader ucraino. Queste parole, tuttavia, avrebbero indispettito la cameriera e altre persone, che l’avrebbero quindi denunciata.
Trasferita all’interno di una stazione di polizia, la signora, con forti problemi di vista, avrebbe dovuto firmare un documento, di cui non è riuscita a leggerne il contenuto, in cui ci sarebbero dovute essere scritte le parole che aveva pronunciato nel locale. Insieme a questa firma, anche una multa da 40.000 rubli, corrispondenti a circa 446 euro. Le parole inserite in quel documento, tuttavia, racconta la signora, sarebbero state travisate.
La politica adottata dalla Russia è quella tipica di molti regimi autoritari, ovvero di disseminare sfiducia e paranoia tra la popolazione come strumento di controllo e repressione. La dinamica della paura artificiale veniva già perpetrata dai totalitarismi del Novecento, e brillantemente descritta da George Orwell nel libro “1984“. L’ONG “Memorial”, nata nell’URSS nel 1989, si ritrova ancora oggi, purtroppo, a dover denunciare quelle stesse pratiche che si sperava avessimo restituito alla Storia.
Fondata dal fisico Andrej Dmitrievič Sacharov, Memorial ha subito e continua a subire ondate repressive successivamente allo scoppio della guerra in Ucraina; come riportava Open, infatti, a marzo gli agenti russi avevano compiuto diverse irruzioni nelle case degli attivisti, con l’accusa di presunta “riabilitazione del nazismo”.
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