Dagli ambienti governativi emerge l’intenzione di attuare una riforma del fisco, con lo scopo di diminuire l’IVA (se non addirittura azzerarla) per i prodotti di prima necessità, e un abbassamento e semplificazione dell’IRPEF e IRES. Vediamo i dettagli, riportati da IlMessaggero…
Nel corso di un’interrogazione di Fratelli d’Italia, il sottosegretario della commissione Finanze alla Camera, Sandra Savino, ha spiegato:
“La nuova legge delega di riforma fiscale in corso di elaborazione prevederà il riordino della normativa Iva nazionale per garantire il pieno allineamento tra quest’ultima e quella dell’Unione europea […] Ulteriori interventi potranno essere previsti, inoltre, per ridefinire le ipotesi di esenzioni […] nonché per razionalizzare la struttura e i livelli delle aliquote Iva ridotte”.
Queste parole sembra ventilare l’idea di un possibile azzeramento dell’IVA per i beni di prima necessità; proposta già avanzata mesi prima dal Viceministro all’Economia, Maurizio Leo, tuttavia accantonata a favore di un taglio dell’IVA per i prodotti dedicati alla prima infanzia. Secondo le simulazioni del Ministero dell’Economia era possibile azzerare l’IVA, attualmente al 4%, per i prodotti alimentari come pane e pasta; mentre diminuirla dal 10 al 5% per prodotti come carne e pesce. Il costo stimato si aggirava tra i 4 e i 6 miliardi di euro.
Nel testo del disegno di legge delega, oltre alla questione IVA, è trattata la riforma delle aliquote fiscali. L’obbiettivo del Governo è quello di semplificare, mediante una diminuzione delle aliquote che da 4 passeranno a 3; al momento, tuttavia, non sono ancora chiari i nuovi scaglioni. Le simulazioni, tuttavia, dovrebbero vertere su due principali ipotesi.
Attualmente l’IRPEF (imposta sul reddito delle persone fisiche) prevede i 4 scaglioni seguenti:
Il Governo sta ventilando invece due proposte di semplificazione; analizziamo prima quella che, secondo le simulazioni, dovrebbe costare allo Stato circa 10 miliardi di euro:
La seconda proposta, più economica, costerebbe circa 6 miliardi di euro:
L’obbiettivo del Governo sarebbe quello di aiutare il lavoratore dipendente garantendo delle buste paga più ricche, mediante una revisione delle aliquote e delle detrazioni.
Sulla questione IRES (imposta sul reddito delle società) si prevede un’agevolazione per le imprese, le quali al momento subiscono un prelievo del 24%. Secondo le simulazioni, si sta ventilando l’ipotesi “aliquota mobile“; se infatti un’azienda assume degli over 50, dei percettori del Reddito di cittadinanza (lo sapevi che verrà cambiato in MIA?), o se investe in beni strumentali, allora avrà un’aliquota del 15%.
Dal testo si prevede inoltre un cambiamento per l’accertamento fiscale, soprattutto per le piccole imprese; L’Agenzia delle Entrate, infatti, dovrebbe preparare una dichiarazione precompilata per le piccole imprese, le quali, se aderiranno, non subiranno accertamenti per due anni. Per quanto riguarda le grandi imprese, invece, si prevede una maggiore collaborazione tra Agenzia e azienda (cooperative compliance), che dovrebbe tradursi in una forma di negoziato e reciproca fiducia tra le parti.
Al momento siamo ancora dinanzi a ipotesi; tuttavia nelle prossime settimane si dovrebbe delineare il testo ufficiale della riforma.
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