FIGC (@Shutterstock)
Nella giornata di ieri la FIGC ha reso noto il ReportCalcio 2023. L’annuale rapporto, realizzato in collaborazione con AREL (Agenzia di Ricerche e Legislazione) e PwC, ha evidenziato notevoli perdite per i nostri campionati. In particolare, nell’ultimo triennio, il “rosso” di Serie A, B e C ammonta a circa 3,6 miliardi di euro: in media il nostro calcio perde 3,3 milioni di euro al giorno. Vediamo i dettagli del ReportCalcio 2023.
Non sono arrivate buone indicazioni dal ReportCalcio 2023, l’annuale analisi coordinata dal centro studi della FIGC, coadiuvato da AREL e PwC. Il rapporto ha evidenziato una drastica perdita del calcio professionistico italiano nell’ultimo triennio, condizionato dalla Pandemia e tutte le conseguenze di cui abbiamo avuto evidenza. Per quanto riguarda il complessivo di Serie A, B e C il “rosso” è pari a 3,6 miliardi di euro, dunque più di un miliardo a stagione
Per dare un’idea della situazione, i nostri principali campionati segnano in media ogni giorno un passivo di 3,3 milioni di euro. Facendo un confronto con il 2018-19, ultima stagione “pre-Covid”, le perdite sono praticamente triplicate. In particolare sui -3,3 milioni di euro giornalieri la Serie A influisce per il 75%, la Serie B per il 18% e la Serie C per il 7%. Non ci sono però solo notizie negative…
Come detto, il lato prettamente economico dell’analisi non ha lasciato buone indicazioni. Tuttavia il ReportCalcio si è concentrato anche su un fattore piuttosto interessante. Nell’ultimo triennio, infatti, sebbene i principali campionati italiani abbiano faticato, gli appassionati hanno continuato a giocare a calcio, a tutti i livelli. I dati, infatti parlano chiaro: il numero di calciatori ha superato quota 1 milione, aumentando di oltre il 24%.
Calcio (@Shutterstock)
Non è finita qui: il numero totale di tesserati è arrivato a toccare quasi quota 1,4 milioni, tra cui 37 mila tecnici (incremento del 28%), 275 mila dirigenti (+30%) e poco più di 30mila arbitri. Sul report si è espresso Federico Mussi di PwC: “”Il Calcio Professionistico necessita di sistemi e modelli virtuosi di monitoraggio e controllo dei costi, affinché siano commisurati alla capacità di generazione di cassa. Rispetto ad altre leghe europee, il calcio italiano presenta peggiori parametri economico-finanziari, una maggiore dipendenza dai ricavi televisivi, minori misure a sostegno dei giovani e minori investimenti infrastrutturali.”
“Il settore continua ad attrarre capitali ed investitori, guidati spesso da una strategia di internazionalizzazione che valorizzi diritti TV e broadcasting, marchi e attività di merchandising. Sul fronte degli investimenti, la candidatura per ospitare i Campionati Europei 2032 rappresenta una grande opportunità per accelerare investimenti infrastrutturali” ha concluso Mussi. La speranza è che il prossimo report riconsegni numeri migliori al calcio italiano per quanto concerne il lato economico. Numeri degni di una passione che non si è mai fermata.
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