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Regno Unito, secondo il capo dell’esercito il Paese ha 3 anni di tempo per prepararsi a una guerra

di Lorenzo Peratoner

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Il nuovo capo di stato maggiore dell’esercito britannico, sir Roland Walker, ha tenuto un discorso durante la “Land Warfare Conference” del 22 e 23 luglio, nel corso della quale ha illustrato quelli che, sulla carta, dovrebbero essere i piani a medio-lungo termine per rendere più competitiva e con funzione deterrente la British Army dinanzi ai potenziali focolai di crisi internazionale che, sebbene in maniera non inevitabile, potrebbero condurre il mondo a una guerra “entro il 2027“. Per questo motivo, secondo il generale, è fondamentale aumentare la potenza di fuoco dell’esercito del Regno Unito nei prossimi anni.

I dettagli sulla conferenza: Regno Unito e NATO

Alla conferenza, tenutasi a Londra presso il RUSI’s Westminster Church House, hanno partecipato leader internazionali di alto livello delle forze terrestri, nonché decisori politici, rappresentanti dell’industria e gruppi di think tank. Il tema focale di discussione concerneva la sicurezza del Regno Unito e il suo impegno all’interno dell’Alleanza Atlantica; i potenziali focolai di crisi che potrebbero inficiare la pace globale sono infatti comuni a tutti i membri della NATO, a partire dal pericolo rappresentato dalla Russia.

I punti principali del discorso di Walker

Nel corso dell’intervento, Roland Walker si è inizialmente soffermato sui risultati conseguiti dall’esercito in una serie di crisi, a partire dal ritiro in Afghanistan del 2021 e il sostegno alla popolazione durante il COVID. Successivamente si è concentrato sullo stato attuale delle forze terrestri britanniche che, secondo il Ministero della Difesa, mobiliterebbero all’attivo circa 75mila truppe, un peso numerico che qualificherebbe l’esercito come di “medie” dimensioni:

“Siamo, infatti, un esercito di medie dimensioni e dovremmo considerare questo aspetto come il catalizzatore che spinge verso una maggiore integrazione per una forza congiunta più potente”.

 

L’obiettivo, pertanto, non è quello di incrementare il numero di effettivi, perché, come sostenuto da Walker, si tratterebbe di una strategia oramai “obsoleta“; un esercito efficiente, ibrido e avanzato tecnologicamente sarebbe la via maestra per strutturare delle forze terrestri capaci di rappresentare un mezzo di difesa e deterrenza:

 

“Ecco il punto: se riusciamo a raddoppiare e poi triplicare la nostra potenza di combattimento, qualsiasi forza di terra britannica sarà in grado di distruggere una forza nemica almeno tre volte più grande di lei e continuare a farlo […]

In questo contesto, le forze di quinta generazione sfruttano tecnologie avanzate come l’intelligenza artificiale e i sistemi autonomi per integrare dati provenienti da tutti i domini e ottenere un impatto preciso sul campo di battaglia.

Queste forze saranno al centro della NATO e saranno composte dai migliori soldati del mondo, supportate da personale civile incredibilmente impegnato e da importanti partner industriali, oltre che dalla nazione stessa, e forniranno valore a ogni livello: sociale, politico, internazionale, economico e anche semplicemente militare”.

L’annosa questione dell’incremento della spesa militare del Regno Unito

Questo ammodernamento dell’esercito andrebbe altresì a supporto dell’intera Alleanza Atlantica, incrementando la portata di deterrenza generale dei Paesi aderenti. Questa volontà espressa dal capo dell’esercito andrebbe incontro alla promessa elettorale del neoeletto premier Starmer, il quale aveva infatti annunciato di voler incrementare le spese militari al 2,5% del PIL, rispetto agli attuali 2,3%; si tratterebbe tuttavia di una crescita non particolarmente incisiva, considerando altresì che non sono state rivelate dalle tempistiche precise entro cui stanziare questi maggiori finanziamenti.

L’incremento della potenza di fuoco, secondo le parole di Walker, dovrebbe essere del doppio entro il 2027, mentre di tre volte entro il 2030.

I focolai di crisi internazionale, dalla Russia fino alla Cina

Nel corso del suo primo intervento in qualità di capo di stato maggiore ha ribadito quelli che sono, tanto per il Regno Unito quanto per la NATO intera, i principali focolai di crisi internazionale che potrebbero trascinare il mondo verso il vortice della guerra. L’aggressione russa all’Ucraina e le potenziali ritorsioni dinanzi agli aiuti economico-militari dell’Occidente, le mire espansionistiche cinesi su Taiwan, l’interesse iraniano verso le armi nucleari e la scomoda presenza della Corea del Nord; secondo Walker il pericolo maggiore è rappresentato dalla potenziale partnership sino-iraniana, mentre sulla questione russa rimane più moderato, senza tuttavia sottovalutarne il pericolo:

 

“Penso che la Russia ne uscirà probabilmente più debole ma ancora molto, molto pericolosa e desiderosa di una qualche forma di punizione per ciò che abbiamo fatto per aiutare l’Ucraina”.

 

Fonti: The British Army; Express; BBC

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