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Regno Unito: è in corso il summit mondiale sulla sicurezza dell’IA

di Lorenzo Peratoner

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Stiamo per affacciarci sul solco di una nuova era? L’intelligenza artificiale, con il suo repentino e indomabile sviluppo avvenuto negli ultimi anni, sta iniziando a bussare alla nostra porta; come accogliere questa tecnologia? Come sfruttare i suoi innegabili vantaggi e, invece, limitare le eventuali ricadute sulla nostra società? Il mondo della politica, finalmente, sta iniziando a porsi questi quesiti, aprendo un dialogo con la realtà delle Big Tech e della scienza; tra bioetica e sicurezza, infatti, è fondamentale che l’umanità sia pronta ad abbracciare questo salto tecnologico nel modo più consapevole possibile.

Regno Unito: la “capitale” mondiale della sicurezza informatica

Il Regno Unito del premier Sunak in questi giorni (1-2 novembre) è diventato il centro fondamentale di discussione sull’intelligenza artificiale, coinvolgendo attori di peso quali le Big Tech, la politica, la società civile, organizzazioni internazionali e scienziati.

Bletchley Park, a 75 chilometri da Londra, è il luogo che ospita questo evento internazionale (AI Safety Summit); si tratta di una località simbolo per il mondo del computer science, perché accoglie la tenuta in cui Alan Turing e i suoi colleghi hanno decifrato il codice Enigma, il sistema crittografico utilizzato dai tedeschi durante la Seconda guerra mondiale.

In questo luogo abbracciato dalla storia e dalla scienza, i riflettori puntano sull’agenda che fa da cornice all’evento, redatta da aziende leader nel settore dell’IA, tra cui Google.

L’obiettivo è quello di comprendere quelli che possono essere i rischi dell’IA, portando quindi a una collaborazione internazionale per garantire la sicurezza di questa tecnologia, per il bene globale.

Intelligenza artificiale (@Shutterstock)

I rischi dell’IA e i partecipanti al Summit

Tra i rischi sottolineati, troviamo gli attacchi alla cybersecurity, il rischio di perdita di controllo dell’intelligenza artificiale e, persino, il possibile sfruttamento di quest’ultima per la realizzazione di armi biologiche letali. È fondamentale, infatti, adottare uno sguardo complessivo e, soprattutto, di lunga durata, che possa tenere in considerazione gli inevitabili, quanto ancora sconosciuti, sviluppi della tecnologia. Per questo motivo Sunak, in un discorso tenuto a Londra alla vigilia del Summit, ha affermato di voler creare il primo istituto per la sicurezza dell’intelligenza artificiale al mondo:

“Valuterà e testerà attentamente i nuovi tipi di IA in modo da comprendere di cosa sia capace ogni nuovo modello”.

Il lavoro svolto da questo centro, inoltre, verrà condiviso con il resto del mondo. Anche Kamala Harris, tuttavia, avrebbe affermato di voler istituire un organismo per gestire gli sviluppi di questa tecnologia, sulla scorta di quello britannico.

Elon Musk, partecipante al Summit e voce fondamentale nel mondo delle Big Tech, condivide le paure circa l’IA, affermando ai giornalisti:

“Il nostro obiettivo è stabilire un quadro di riferimento per una migliore comprensione, in modo che ci sia almeno un arbitro indipendente, che possa osservare ciò che le aziende di intelligenza artificiale stanno facendo e dare l’allarme in caso di preoccupazioni”.

Musk, inoltre, sostiene che l’imposizione di regole restrittive in materia non debba “inibire” i vantaggi offerti da questa tecnologia.

Anche il mondo politico sta avendo ampia voce in capitolo, con la presenza, tra gli altri, di Giorgia Meloni (unico Primo ministro estero presente), Ursula von der Leyen, Kamala Harris e Antonio Guterres. In totale i Paesi partecipanti sono 28, ognuno con un proprio rappresentante (per l’Italia, durante la cerimonia d’apertura, c’è stato anche il Ministro delle imprese e del Made in Italy Adolfo Urso).

Fonti: ANSA, RaiNews, GovUK, AI Safety Summit

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