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Regno Unito, abbattuto l’albero plurisecolare di “Robin Hood”: è un atto vandalico

di Lorenzo Peratoner

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Uno dei monumenti più iconici della Gran Bretagna è sicuramente il Vallo di Adriano, un’imponente opera muraria edificata nel II secolo d.C. per difendersi dai ripetuti raid dei Pitti. Intorno a quelli che ormai sono i ruderi del muro, in una particolare depressione terrena, fino a pochi giorni fa sorgeva un albero di sicomoro plurisecolare (Sycamore Gap), diventata molto presto la pianta più simbolica del Regno Unito, nonché eletta per il 2016 come l’albero dell’anno. Tuttavia, pare che un 16 enne abbia abbattuto il sicomoro, deturpando per sempre il paesaggio; vediamo i dettagli…

Il crollo di un simbolo del Regno Unito

Meta prediletta da fotografi e registi, il leggendario sicomoro di Robin Hood (così chiamato perché compare in una scena del film Robin Hood – Principe dei ladri, del 1991), è stato ritrovato a terra, in una maniera che, secondo i funzionari del Northumberland National Park Authority, asseconda l’ipotesi per cui sia stato “deliberatamente abbattuto“; è piuttosto evidente, infatti, il taglio tipico di una motosega.

Poche ore dopo l’accaduto, le autorità hanno arrestato un ragazzo di 16 anni per sospetto danneggiamento; attualmente è in custodia e pare che stia collaborando alle investigazioni (poche ore fa, tuttavia, sembra sia uscito di prigione grazie alla cauzione). Tuttavia, le indagini sono ancora allo stadio preliminare, tanto che le autorità hanno lanciato degli appelli rivolti a chiunque possegga delle informazioni che possano rivelarsi utili per proseguire le ricerche:

“Faccio appello al pubblico per avere informazioni che ci aiutino. Se avete visto o sentito qualcosa di sospetto che potrebbe interessarci, fatecelo sapere. Qualsiasi informazione – non importa quanto piccola o insignificante possa essere – potrebbe rivelarsi assolutamente cruciale per le nostre indagini”.

 

Le prime reazioni a caldo

Inevitabili le prime reazioni, particolarmente emotive, come quella espressa dal fotografo Ian Sproat, il quale ha paragonato metaforicamente il il tronco tagliato allo strappo di una parte del suo cuore; anche gli escursionisti hanno manifestato lo stesso shock, constatando con i propri occhi le conseguenze di questo ignominioso atto vandalico. Al momento, tuttavia, l’area intorno al ceppo è intoccabile, in quanto zona di investigazione da parte della scientifica.

 

 

L’autore e ambientalista Robert Macfarlane ha cercato tuttavia di stemperare gli animi, suggerendo prudenza, e, soprattutto, di indirizzare questa vivace reazione popolare verso la cura del paesaggio:

“Non ci si dovrebbe concentrare sul colpevole, ma sul garantire una maggiore protezione dei grandi e vecchi alberi […] Il modo migliore per ricordare la perdita di un albero, direi, è con il guadagno di una foresta”.

Gli esperti, sulla base delle prime indagini scientifiche, ipotizzano di sfruttare il ceppo sano per far germogliare nuova vita; in ogni caso, solamente i nostri discendenti, tra 150-200 anni, potranno contemplare il paesaggio con un rinnovato e maturo sicomoro.

Fonti: BBC, Reuters

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