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Referendum, alcune curiosità in vista di quello del 12 giugno

di Antonio Stiuso

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Il referendum è uno strumento di esercizio della sovranità popolare, sancita dall’art. 1 della Costituzione. È uno strumento di “democrazia diretta”, che consente agli elettori di rispondere, senza intermediari, ad uno specifico quesito con un “si” o un “no” su un tema oggetto di discussione. Nel nostro ordinamento sono disciplinati diversi tipi di referendum: abrogativo, consultivo e costituzionale.

Domenica 12 giugno si vota per i cinque referendum abrogativi sulla giustizia: Dalla legge Severino alle misure cautelari, dalla separazione delle carriere alla valutazione sui magistrati e alle elezioni per il Consiglio Superiore della Magistratura. Per avvicinarci nel migliore dei modi, ecco alcune curiosità sull’istituto al quale il popolo si è affidato molte volte nell’arco degli anni.

Origine del nome

Il nome referendum deriva dal gerundivo del verbo latino refero, che significa riporto, riferisco. Il termine trae origine dalla locuzione ad referendum che significa “convocazione per riferire” perché, appunto, è un istituto giuridico con cui si chiede al popolo di esprimersi con un voto diretto su una domanda specifica.

La nascita della Repubblica

La festa della Repubblica trascorsa pochi giorni fa, ricade proprio il 2 giugno perché, in quella data, si svolse il referendum che decretò la sua nascita: il 2 giugno 1946 si svolse infatti il referendum sulla forma istituzionale dello Stato. In quell’occasione, il voto popolare condusse alla nascita della nostra Repubblica, con il conseguente rigetto della Monarchia, e all’elezione di un’Assemblea Costituente. Tutto questo, alla fine di un complesso periodo di transizione segnato dalle azioni di movimenti e partiti antifascisti in un Paese diviso e segnato dalla guerra. Il referendum in questione prevedeva di apporre una crocetta su una casella al fianco del contrassegno desiderato: Monarchia o Repubblica?

 

Referendum (@Shutterstock)

Chi ha fatto più referendum?

Al primo posto di questa curiosa classifica risiede la Svizzera: dal 1848 ad oggi, infatti, nel Paese si sono svolti oltre 600 referendum. Numeri che dimostrano un particolare apprezzamento da parte del popolo svizzero, proprio perché considerato simbolo di democrazia diretta. Al secondo posto, invece, si colloca l’Australia dove la popolazione è stata chiamata ad esprimersi perfino per la preferenza sull’inno nazionale. Quest’ultimo caso, in particolare, è altrettanto curioso perché è l’unico referendum a 4 risposte della storia, che si discosta dalla classica forma a due risposte fatta dal semplice “si” e dal “no”.

Brexit 2.0

La Brexit è stata il processo che ha posto fine all’adesione del Regno Unito all’Unione europea. Il termine è formato dall’unione delle parole “Br” che sta per “Britain” ed “exit” che sta per uscita appunto. L’uscita del Regno Unito dall’UE è avvenuta proprio tramite referendum, tenutosi il 23 giugno 2016, in cui il 52% degli elettori britannici ha votato a favore di questa proposta. La cosa che, forse, molti non sanno è che questo non è stato il primo referendum per uscire dall’UE tenutosi nel Paese d’oltremanica. Anche nel 1975, infatti, gli inglesi furono chiamati ad esprimersi per restare o meno all’interno dell’Unione europea, ma in quell’occasione la maggioranza votò per restare.

Referendum sulla guida

Uno dei referendum più curiosi della storia fu quello svedese del 1955. Il referendum chiedeva ai cittadini su quale lato della strada preferivano guidare, scegliendo se continuare a guidare sulla sinistra o passare alla guida a destra. In quel caso quasi l’83% scelse per mantenere la guida tradizionale ma, nonostante l’esito referendario, il parlamento decise comunque di cambiare il lato di guida perché il referendum non era vincolante. Inutile dire che questo provocò non pochi disordini tra le strade svedesi.

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