Stanno facendo scalpore, negli ultimi giorni, le dichiarazioni di Sam Maggs, co-autrice di Ratchet & Clank: Rift Apart. La designer si sta aprendo ai fan con diversi tweet che riguardano alcuni dietro le quinte di Insomniac Games.
Ratchet & Clank: Rift Apart, sviluppato da Insomniac Games, è stato uno dei titoli più graditi tra le esclusive PS5. Elogiato principalmente per le qualità tecniche, Ratchet & Clank: Rift Apart è un tripudio di colori ed innovazione. Ma anche dal lato trama, il titolo si apre ad una nuova generazione di seguaci, strizzando l’occhio ai vecchi fan.
Come nuovo inizio della serie, iniziata venti anni fa, nel lontano 2002, Ratchet & Clank: Rift Apart pensa bene di introdurre una nuova protagonista. Al già nutrito cast di personaggi fuori dalle righe, si aggiunge così Rivet, versione alternativa di Ratchet e proveniente da un’altra dimensione.
Negli ultimi giorni, la giovane Lombax (così è chiamata la specie aliena di cui fa parte) è al centro di accese discussioni sul web. A generare il tumulto è stata Sam Maggs, co-autrice del titolo. L’autrice si è occupata della parte narrativa di Ratchet & Clank: Rift Apart, lavoro però che non le è stato accreditato. Questo ultimo smacco da parte di Insomniac verso l’autrice è stato la goccia che ha fatto traboccare il vaso. In risposta, Maggs ha deciso di pubblicare, con una serie di tweet, alcuni retroscena poco piacevoli che si sono verificati negli uffici di Insomniac Games.
La diatriba nasce da una discussione proprio riguardo Rivet e sulla paternità, o meglio, maternità di certe caratteristiche del personaggio. Il tutto inizia sull’account Twitter di Sam Maggs; li, l’autrice lamenta di non essere stata inserita nei crediti del gioco pubblicato da Insomniac Games. Per precisare, rispondendo ad un commento, Maggs ha specificato di essere nominata solo nei “Ringraziamenti speciali”.
A detta dell’autrice, il suo contributo al personaggio di Rivet è stato più che marginale, partendo dalla scelta del nome. La ricerca del nome ha affrontato diversi stadi, ma come lead writer, la scelta finale è spettata proprio alla stessa Sam Maggs. Il nome “Rivet”, fa parte di un lavoro di squadra, così racconta l’autrice su Twitter, a cui molti componenti del team di sviluppo hanno partecipato. Così “Rivet” porta con se diversi richiami, primo tra tutti quello a “Rosie The Riveter“, icona culturale americana, durante la seconda guerra mondiale.
Ma non solo nel nome, pare che anche nella caratterizzazione del personaggio Sam Maggs abbia dato un contributo importante. Soprattutto per quello che ha riguardato l’inserimento di caratteristiche prettamente femminili nel concept. L’idea originale infatti prevedeva una Rivet più “femminile” con tanto di seno e trucco annesso, dettagli a cui l’autrice si è opposta fermamente.
Ma la discussione è andata oltre la proprietà intellettuale del personaggio. La lead writer Sam Maggs ha rilasciato anche alcune dichiarazioni a carico di Mark Cerny, lead designer del progetto. L’autrice ha specificato in un tweet, che nonostante un’esperienza estremamente positiva in Insomniac, Cerny si sia scagliato più volte contro di lei. Arrivando addirittura, a detta sempre della stessa Maggs, a prendersi interamente i meriti per la creazione del personaggio di Rivet.
Senza porre direttamente l’accento su eventuali discussioni a riguardo però, Sam Maggs risponde al thread riguardante Cerny con un tweet particolare. Allargando la discussione al concetto di inclusività, l’ex lead writer di Insomniac discute della sessualità del personaggio di Rivet.
Dichiarando come il personaggio della giovane Lombax sia canonicamente omosessuale, elemento che però non viene ufficialmente approfondito dal titolo di Insomniac Games.
La discussione creata da Maggs però prosegue approfondendo questo aspetto. Concentrandosi sulla volontà del team di sviluppo di creare un personaggio che potesse essere simbolo di ispirazione per i fan della serie Ratchet & Clank. L’idea era quella di creare un personaggio più reale e complesso, in cui potersi riconoscere. Da questo punto però la discussione riprende il tono principale, tornando a parlare dei reali meriti del team di sviluppo.
Una brutta storia, quella vissuta da Sam Maggs, nonché un precedente più che spiacevole che sicuramente rimarrà nella storia di Insomniac Games. Quello che è certo, è che i videogiochi dovrebbero essere ormai sinonimo di inclusività, non solo per quello che riguarda i personaggi in sé. Far parte di una community o come in questo caso, di un team di sviluppo ed essere penalizzati per la propria diversità, è deprecabile. Far parte del mondo dei videogioco vuol dire far parte di un mondo che abbraccia e valorizza le differenze di ognuno. Insegnando, nelle maniere più svariate, che accettare il prossimo è sempre la condotta migliore.
Cosa pensate delle dichiarazioni di Sam Maggs, siete d’accordo con lei o ritenete che si tratti di un esagerazione? Fatecelo sapere su Nasce, Cresce, Respawna.
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