Chitarra (@Shutterstock)
Il Quiz di NCI torna oggi con tre particolari curiosità sulla musica, che vi stupiranno senza dubbio. Vediamole insieme.
I primissimi studi su uno dei fenomeni naturali più particolari che ci siano fu portato avanti da Isaac Newton. Durante un’epidemia di peste, lo scienziato si isolò per concentrarsi sulle sue ricerche. Riuscì ad analizzare la luce bianca, osservando come fosse formata da particelle di colori differenti; fornendosi di un prisma, notò come la luce del Sole, colpendolo, rifletteva un arcobaleno artificiale.
Tuttavia, inizialmente Newton individuò solamente cinque gradazioni di colore (rosso, giallo, verde, blu, violetto), per poi aggiungere arancione ed indaco, equiparando le note musicali. Il motivo di questa scelta è la stretta correlazione che lo scienziato vedeva tra le gradazioni di colore e la gradazione in toni delle ottave, descrivendo nell’opera Optiks altre analogie. Sebbene oggi l’indaco sia considerato una semplice sfumatura di blu, (portando a 6 i colori dell’arcobaleno), rimane una certa poesia negli studi di Newton.
Arcobaleno (@Shutterstock)
Gangster, evasore fiscale, uno dei criminali più famosi nella cultura popolare e nella storia recente, Al Capone aveva anche un lato nascosto. Una passione, quasi un amore, quello per la musica; come raccontato da lui stesso, amava passare ore ad ascoltare opere come l’Aida al suo fonografo. Era inoltre un grande cultore di jazz, tanto che nel 1926 fece rapire l’artista Thomas Wright “Fats” Wallern per farlo esibire al suo compleanno.
Quando finì in carcere, nel 1931, passò dei momenti cupi, dovuti a numerose aggressioni ai suoi danni, ma riuscì a far vivere la sua passione musicale anche lì, unendosi a diverse band del carcere. Ciò che non tutti sanno è che in prigione Al Capone si appassionò moltissimo alla scrittura di pezzi romantici. Scrisse una canzone d’amore per sua moglie Mae, dal titolo “Madonna Mia” e che venne lasciata al seminarista gesuita Vincent Casey, che in seguito la dedicò al figlio.
Gli effetti della musica sul nostro cervello sono molteplici e tutti molto differenti: c’è musica che allevia lo stress, riducendo il cortisolo nel sangue. C’è musica, come il crescendo dell’Orchestra in grado di agire sulla pressione sanguigna, aumentandola. Una musica più leggera, dunque, è associata al relax, mentre una più ritmata è ottima per la concentrazione. Numerosi studi riportano come ascoltare musica per 45 minuti, prima di andare dormire aiuta a prendere sonno. La musica deve essere a 60 bps, in modo da permettere a battito cardiaco e respiro di sincronizzarsi con il ritmo. Tutto ciò è dovuto all’agire della musica sulla dopamina, un neurotrasmettitore legato al sonno, al piacere, e alla concentrazione. I due emisferi del nostro cervello lavorano insieme ma su elementi diversi quando ascoltiamo un brano: il sinistro è legato al linguaggio, il destro alla parte musicale, ed è in grado di generare emozioni.
Sonno (@Shutterstock)
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