Prelibatezze gastronomiche, competizioni al presepio più caratteristico e motivi arabeggianti che ci conducono virtualmente a Nazareth: le casette, il paesino, qualche cammello e una palma. Tutto molto connotato e simpatico, ma quanto conosciamo delle tradizioni natalizie del nostro Bel Paese?
A prescindere dal numero delle persone con le quali trascorriamo il Natale, è doveroso preservare le radici che hanno costruito la struttura sociale di un Paese così variegato e colorito. Non serve astrarre troppo e andare lontano. Ci basti pensare ai nostri vicini francesi, austriaci e svizzeri; tutti con un vissuto diverso l’uno dall’altro. Badiamo bene, quindi, alla terra dove sediamo.
Ci divertiamo un po’ tutti con l’abbellimento dell’albero natalizio, con tanto di addobbi e palline fai da te ma, a onor del vero, è una tradizione più radicata nel Centro e Sud Italia piuttosto che Nord.
Babbo Natale, nella provincia veronese nel Nord Italia, viene preceduto da Santa Lucia con i propri doni. Una tradizione che resiste allo scorrere del tempo ed è rispettata anche dalle lombarde Brescia e Bergamo.
Si parla soprattutto di Verona poiché è lì che si è dato il via alla tradizione di Santa Lucia: si narra che in città, nel 1200, si diffuse una virulenta epidemia che colpiva la vista dei bambini. L’unico modo per scongiurarla era chiedere con un pellegrinaggio la grazia a Santa Lucia, protettrice dei non vedenti. Unica condizione: il pellegrinaggio sarebbe avvenuto solo in cambio di doni rilasciati dalla Santa in occasione di quella festività ai bambini. Da allora, si è instaurata una tradizione, nella notte tra il 12 e il 13, che vede i bambini in trepidante attesa dell’arrivo in groppa a un asinello di Santa Lucia.
È nel Trentino Alto Adige che ogni famiglia si cimenta nella creazione di una corona con rami di abete e nastri rossi di seta intrecciati, inserendo su questa corona 4 candele. Questa tradizione è meglio chiamata La Corona dell’Avvento.
Il vecchio dalla barba bianca (San Nicolò), porta i doni tra il 5 e il 6 dicembre; la tradizione vuole che si lasci un po’ di sale per l’asinello, un bicchiere di grappa tradizionale e un piattino con della farina bianca: sarà poi adottato dal santo per eliminare qualsiasi traccia della sua presenza in casa.
È di capitale importanza ricordare l’usanza natalizia del presepe in molte delle regioni meridionali. Chiunque abbia avuto la possibilità di venire incantato dalle bellezze napoletane, conoscerà il suggestivo quartiere di San Gregorio Armeno: un antica stradina denominata “la via dei presepi“ e ricca di statuette di ogni genere.
Visitare il Sud e Centro Italia durante la baraonda natalizia, è un piacere che si concede chi ama farsi cullare dalle sonorità italiane. Un’altra usanza è quella degli zampognari, ossia musicisti accompagnati dalla loro zampogna, che girano per le strade dei paesi intonando brani natalizi. Gli abitanti dei quartieri meridionali sono abituati a trovarsi alla porta di casa della buona musica in cambio di un’offerta.
Finora abbiamo parlato solo di alcuni dei costumi che danno tono alla gaiezza e vivacità italiana. Lascio il resto nelle mani di chi vorrà guadare con i propri piedi da una sponda all’altra le bellezze italiche di cui disponiamo.
Godersi il natale è un diritto che le nostre tradizioni ci hanno tramandato. Se desideri altri articoli simili, continua a seguirci su Nasce,Cresce,Ignora per rimanere sempre aggiornata anche in questo periodo di festività.
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