di Redazione NCI
Da poco più di 9 anni una donna di 72 anni perseguita il prete 55enne di cui è innamorata, ma non è corrisposta. Lui chiede, e ottiene, il trasferimento in varie città d’italia ma lei trova sempre il modo di raggiungerlo. La donna è, infatti, ora a processo.
L’inseguimento del prete
Tutto sarebbe iniziato nel 2015, quando l’uomo era nella Basilica di Sant’Antonio a Padova. Lì la donna gli chiese il numero di telefono fingendosi malata terminale, ed egli glielo concesse. La parrocchiana avrebbe quindi iniziato a tempestarlo di messaggi ambigui che l’uomo inizialmente ignorò, chiedendole di smettere. A poco servì la sua richiesta: dovette bloccarla e cambiare numero di telefono. Questo, però, non bastò a fermarla, la donna avrebbe infatti cambiato numero per continuare a inoltrargli centinaia di telefonate ogni giorno.
Il chierico ottenne quindi il trasferimento a Bologna, ma la fedele riuscì a rintracciarlo, continuando con le molestie telefoniche. La donna tentò un ulteriore approccio, reduce da numerosi rifiuti: lo denunciò con false accuse di violenza presso le autorità ecclesiastiche e la procura, oltre a pubblicare tutto sui social. Lo stato d’ansia del prete lo portò a richiedere supporto psicologico. Fortunatamente il giudice di Bologna sottopose la donna al divieto di avvicinamento al religioso, mentre le sue accuse venivano tutte archiviate.
A questo punto la vittima si è trasferito a Genova, nella parrocchia di San Francesco di Albaro dove, il 21 settembre 2021, la donna si presentò, ed iniziò a chiamare giorno e notte la parrocchia nella speranza di poter incontrare il sacerdote.
La situazione attuale
La denuncia del prete ha portato l’ultrasettantenne a processo. Tra i testimoni oculari non ci sono solo altri sacerdoti e perpetue che hanno assistiti alle persecuzioni, ma anche l’arcivescovo di Genova Marco Tasca.
Fonti: Tgcom24 e Genova quotidiana
Articolo di Noemi Barlocco per Nasce Cresce Ignora
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