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Premier League, un super Liverpool allunga sulle rivali

di Alessandro Colepio

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Gli appassionati del grande calcio internazionale non possono certo esimersi dall’interessarsi alla Premier League inglese, per alcuni il campionato migliore del mondo, sicuramente quello più spettacolare e col miglior sistema di marketing. La massima divisione del football, lì nel Paese dove è nato, ha scalato le gerarchie europee ed oggi rappresenta quasi un universo a parte, il punto d’arrivo per tutti i migliori calciatori, in un certo senso la versione calcistica dell’NBA nel Vecchio Mondo.

Il campionato inglese è storicamente noto, oltre che per gli stadi suggestivi e per il calore dei tifosi, anche e soprattutto per l’enorme competitività interna. La corsa al titolo è sempre estremamente avvincente: basti pensare al Liverpool, arrivato secondo nella stagione 18/19 con ben 97 punti (il Manchester City chiuse a 98) e all’Arsenal, che negli ultimi due anni ha sempre sfiorato il successo senza mai riuscire a raggiungerlo.

L’arrivo di Pep Guardiola sulla panchina dei Citizens, durante l’estate del 2016, ha aperto un ciclo senza precedenti nella storia del calcio inglese, sublimato dalla vittoria di 6 campionati in 8 stagioni complessive. Un dominio pressocché totale dentro e fuori dal campo, capace di convincere persino un popolo così tradizionalista (calcisticamente parlando) ad abbracciare una nuova idea di calcio.

Oggi il Manchester City sta attraversando il periodo più difficile degli ultimi 6 anni: fra infortuni, prestazioni deludenti e una difesa non proprio solida, Haaland e compagni navigano al quinto posto della classifica, a quota 23 punti. Davanti c’è il Brighton a parimerito, il Chelsea e l’Arsenal a due punti di distanza…e un Liverpool da sogno, che con 34 punti guida la Premier League in solitaria.

Liverpool e Manchester City (@Shutterstock)

Il Liverpool sta dominando la Premier League

In estate nessuno, neanche il tifoso più accanito del Liverpool, avrebbe sognato un avvio così scintillante in campionato e in Champions League. Doveva essere la stagione del nuovo ciclo, quella dell’addio di Jurgen Klopp e dell’arrivo di Arne Slot, alla sua prima esperienza in un top club europeo.

I kopites, nome dialettale dei frequentatori della curva più calda di Anfield, non si aspettavano certo di vedere la propria squadra al vertice della Premier League e anche del girone di Champions League: 11 vittorie, 1 pareggio e una sconfitta in campionato, 5 su 5 in Europa con tanto di vittorie (entrambe per 2-0) contro Manchester City e Real Madrid. Attualmente il Liverpool è per distacco la squadra più forte del mondo, tanto da costringere anche i bookmakers a fare mea culpa. La vittoria di Salah e compagni in campionato era quotata 6.00 ad agosto, oggi solo 2.25, indice di quanto siano state convincenti le prestazioni della squadra in questa prima parte di stagione.

Ma quali sono i segreti della squadra di Slot? L’allenatore olandese, arrivato in estate dopo 3 anni al Feyenoord, è stato scelto dalla società grazie ai consigli di Klopp, che prima di lasciare Anfield ha voluto partecipare attivamente alla ricerca di un sostituto all’altezza.

Slot è arrivato in punta di piedi, ha trovato davanti a sé una squadra costruita intorno a dei principi tattici precisi e ha preferito affidarsi ad un sistema che i giocatori conoscono a memoria. Scegliendo di non inventarsi niente, Slot si è proposto come un vero e proprio successore spirituale dell’era Klopp.

Mohamed Salah (@Shutterstock)

I segreti della squadra di Slot

Occhio però a pensare che il nuovo tecnico dei Reds si sia trovato, come si suol dire, la “pappa pronta”. I suoi meriti sono evidenti e la straordinaria partenza del Liverpool è anche frutto della sua grande flessibilità mentale. Un esempio? L’esplosione di Ryan Gravenberch, ex starboy dell’Ajax che sotto la guida di Slot ha trovato una nuova giovinezza e un ruolo fondamentale nello scacchiere del club inglese.

Il centrocampista oranje è terzo in rosa per dribbling riusciti a partita, terzo per percentuale di passaggi, terzo per contrasti vinti e secondo per recuperi. Numeri da centrocampista totale, la chiave per permettere la coesistenza di due giocatori estrosi come Mac Allister e Szoboszlai al suo fianco.

La ventata d’aria fresca portata da Arne Slot ha rilanciato anche due senatori dello spogliatoio come Momo Salah e Trent Alexander-Arnold. Sull’egiziano c’è poco da dire: sta tenendo medie da Pallone d’oro sia in campionato che in Champions League e, nonostante tutti i problemi col rinnovo del contratto, guida la squadra in ogni categoria statistica offensiva.

Il terzino inglese è invece rinato dopo un paio di annate offuscate ed è tornato ad essere il giocatore creativo che abbiamo imparato a conoscere. Meno compiti difensivi, grazie anche alla duttilità di Gravenberch che spesso si abbassa per coprire, e tanta libertà di spingere: solo Salah ha fatto meglio di lui in termini di grandi opportunità create, mentre non ha rivali per quanto riguarda il rapporto assist effettuati/assist attesi. Slot ha oliato gli ingranaggi della catena di destra dell’era Klopp, riportando al massimo del suo splendore un’intesa da cui la manovra dei Reds non può prescindere.

Il Liverpool dimostra ancora una volta come programmazione ed investimenti mirati siano necessari per raggiungere grandi risultati. I tifosi possono stare tranquilli: la strada è quella giusta, le soddisfazioni arriveranno.

Alexander-Arnold (@Shutterstock)

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