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Premier League: il campionato è ancora competitivo? Ecco cosa è cambiato negli ultimi 20 anni

di Mattia Trincas

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La Premier League, notoriamente, viene definito come il Campionato più affascinante al mondo per diversi motivi. Il primo, sicuramente, è legato ai club che vi partecipano; un nobile Manchester United ma in decadenza, un Liverpool stellare, un Chelsea fortunato ma con un organico interessante, un Arsenal riemergente e un Manchester City che si sta prendendo sempre più spazio tra le grandi del panorama d’oltremanica.

Ma le motivazioni, evidentemente, non finiscono qui. Difatti, relativamente da poco tempo, la massima serie inglese viene definita come quella a cui appartengono i club che esprimono il calcio più spettacolare d’Europa. Ma come ben sappiamo, non basta puntare tutto sullo spettacolo per vincere trofei e riconoscimenti; nonostante le squadre inglesi siano riuscite a “conquistare” posti di rilievo nel Vecchio Continente, sono state in grado di portare la tanto ambita Champions League nella terra della Regina Elisabetta II solo in tre occasioni, tenendo conto degli ultimi dieci anni.

Dopo questa corposa introduzione però, il fine ultimo di questo articolo non è discutere del perché i club di Premier League fatichino in campo europeo, ma bensì qualcosa di ben diverso. Ed è a questo punto che giungiamo all’ultimo motivo plausibile per cui il campionato inglese è stato fortemente esaltato negli ultimi anni; la sua competitività. Ma è sempre stato realmente competitivo? E cosa è cambiato nell’ultimo ventennio? Cerchiamo di scoprirlo, attenendoci semplicemente ai dati e ai numeri di cui disponiamo.

La Premier League è sempre stata competitiva? Una erronea convinzione, ma che ha un fondo di realtà

Cominciamo con l’ammettere che, alla luce delle classifiche finali che vanno dall’edizione 2000/01 alla scorsa, la 2021/22, i campionati dominati da una sola squadra sono stati diversi. Anzitutto però, è necessario definire cosa vogliamo intendere per “campionato dominato”; evitando di guardare quanto accade in Francia o in Germania, giudicheremo come tale un campionato che si è concluso con uno scarto di almeno sette punti, tra la prima e la seconda.

Alla luce di ciò, si può dire che già nell’edizione da cui la nostra analisi comincia, la 2000/01, la teoria della competizione viene a tremare; il Manchester United, infatti, al termine della campagna, ha concluso il campionato come primo, con dieci punti di scarto sull’Arsenal secondo. La stagione successiva, a vincere è l’Arsenal, con sette punti di scarto sul Liverpool, classificatosi secondo.

Dopo una stagione “intermedia”, nella quale a vincere è nuovamente lo United, ma con soli cinque punti di distacco dall’Arsenal, due stagioni dopo, la storia si ripete. Nel 2003/04 il campionato viene letteralmente dominato dagli invincibili di Arsene Wenger, che chiuderanno la campagna con un vantaggio di ben 11 punti sul Chelsea. E solamente l’anno successivo, ecco che i Blues tornano al successo in campionato dopo 50 anni, concludendo una stagione straordinaria con 12 punti di vantaggio sui rivali dell’Arsenal, per poi bissare il successo, trionfando anche nell’edizione 2005/06 e ottenendo “soli” otto punti di vantaggio sul Manchester United.

Dopo una vittoria sicuramente meno schiacciante (sei punti di vantaggio) nella stagione 2006/07 da parte dei Red Devils, si può dire che sia cominciato il reale periodo di rivalità sul campo. Difatti, dalla stagione 2007/08 fino alla 2011/12, il campionato è risultato nettamente più equilibrato rispetto agli anni precedenti, nonostante l’interruzione della stagione 2010/11, nella quale il Manchester United è stato incoronato campione d’Inghilterra con nove punti di vantaggio sui rivali del City. Comunque sia, nel periodo di cui abbiamo accennato poco sopra, lo scarto maggiore di punti tra la prima e la seconda è stato registrato nella campagna 2008/09, con soli quattro punti; lo scarto minore invece si è palesato nella stagione 2011/12, la leggendaria volta di “AGÜEROOOOOOOOO” e del campionato concluso a pari merito: 89 punti a 89.

C’è una nuova potenza in città: l’ascesa del Manchester City e il crollo del Manchester United

Dopo l’iconica vittoria del 2011/12, il Manchester City ha cominciato la sua corsa verso la grandezza, e spesse volte, a risentirne sono stati proprio i rivali dello United, che da “unici proprietari” della città, si sono visti privati del trono dagli odiati cugini. Ma la vendetta per il titolo soffiato all’ultimo minuto non si è fatta attendere, dato che l’anno subito successivo, i Red Devils hanno vinto il campionato con 11 punti di vantaggio, proprio sugli Sky Blues.

La stagione 2013/14 è quella della rimonta del City ai danni del Liverpool, che ha poi chiuso secondo a due punti di distanza dagli uomini di Pellegrini, che hanno concluso la campagna con 86 punti. La stagione successiva segna il ritorno del Chelsea, che si impone proprio sui campioni in carica del Manchester City e ottiene otto punti di vantaggio. L’anno seguente è quello del Leicester City di Claudio Ranieri; un vero e proprio miracolo che, ancora oggi, sembra più che irripetibile. Durante la straordinaria campagna, le Foxes hanno chiuso il loro cammino verso il titolo con 81 punti e dieci di vantaggio sull’Arsenal secondo.

Durante la stagione 2016/17 è il Chelsea a vincere il campionato, grazie ad una ottima prima avventura inglese per Antonio Conte; i Blues chiudono così la pratica Premier League con sette punti di vantaggio sui rivali del Tottenham. L’anno successivo però, nel 2017/18, il campionato prende una piega particolare; il Manchester City vince la competizione con 19 punti di scarto sul Manchester United e comincia un vero e proprio monopolio, dato che nei successivi quattro anni, gli uomini di Guardiola vinceranno altri tre titoli.

Ma il cammino per la gloria non è sempre in discesa. Infatti, nella stagione 2018/19 è guerra aperta tra Sky Blues e Liverpool, che alla fine concluderanno la battaglia con un solo punto di distacco; 98 a 97. A questo punto, siamo arrivati alla stagione più complicata di tutte dai tempi della Seconda guerra mondiale; la pandemia da Covid-19. Durante la campagna 2019/20 quindi, tra rinvii, lockdown e complicazioni, è il Liverpool a vincere il titolo con 18 punti di vantaggio sul Manchester City.

Segue poi l’ennesimo dominio dei ragazzi di Pep Guardiola, che con 12 punti di distanza dai Red Devils si assicurano il campionato 2020/21. A concludere questo elenco di domini, c’è l’ultima sfida tra Manchester City e Liverpool; durante la campagna conclusa lo scorso maggio, lo scarto tra i primi e i secondi è stato, ancora una volta, di un solo punto (93-92).

 

Premier League

Pep Guardiola (@Shutterstock)

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