Quanto si deve essere fortunati per aprire casualmente una vecchia scatola di scarpe e trovare al suo interno un vecchio buono postale fruttifero, che ora ha un certo valore? È quanto successo ad Aniello Coppa, 72 anni, che ha fortuitamente ritrovato un titolo di credito di suo padre emesso nel 1952 proprio nella casa paterna a Ponza.
Aniello Coppa, un uomo di 72 anni originario di Ponza e residente a Ischia, è appena stato baciato dalla fortuna. Come riportato da LatinaToday, ha infatti ritrovato un vecchio buono postale fruttifero del valore di 1000 lire emesso nel 1952 a favore di suo padre.
Subito dopo il ritrovamento, l’uomo si è rivolto all’Associazione GiustItalia per capire quale fosse il valore del titolo oggi e soprattutto se esso fosse rimborsabile. Ebbene, valutati la data di emissione, gli interessi, la data di ritrovamento, la capitalizzazione e la rivalutazione, adesso il buono fruttifero vale ben 22.000 euro.
A questo punto, l’anziano ha conferito mandato all’Avvocato Francesco Di Giovanni per riscuotere il denaro. Infatti, anche se si tratta di un titolo emesso più di 70 anni fa, Poste Italiane e il Ministero dell’Economia e delle Finanze sono obbligati, in solido, ad onorare ogni debito, anche quelli risalenti alla vigenza del Regno d’Italia.
La curiosa storia di Aniello Coppa ha sollevato alcune domande circa la legislazione inerente la riscossione di buoni, e più in generale di titoli di credito, molto datati. A questo proposito, l’articolo 2935 del Codice Civile stabilisce che “la prescrizione comincia a decorrere dal giorno in cui il diritto può essere fatto valere”. Quindi, nel caso del Signor Coppa, lui ha a disposizione, a partire da adesso, 10 anni per riscuotere il titolo, dato che precedentemente non aveva idea della sua esistenza.
Per quanto riguarda il valore del titolo di credito “antico”, per avere una buona valutazione, bisogna rivolgersi a un esperto, il quale prenderà in considerazione diversi elementi quali l’anno di emissione, l’anno di scadenza, il tasso di interesse, la svalutazione monetaria, l’introduzione dell’Euro e ulteriori coefficienti. In linea generale, si dovrebbe ricevere il rimborso di una cifra (aggiustata secondo i vari coefficienti) che permetta di acquistare un determinato bene alla stessa cifra con la quale si sarebbe acquistato il medesimo bene al momento dell’emissione del titolo.
Un fatto peculiare è che in questo momento, in Italia, ci sono ancora circa 10 milioni di titoli di credito “antichi”, riscuotibili ma non riscossi…e che magari verranno ritrovati tra anni e anni.
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