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Polonia-Argentina e il precedente ai Mondiali… con l’Italia sullo sfondo

di Alessandro Colepio

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Manca sempre meno al calcio d’inizio di Polonia-Argentina, l’ultima partita del girone C per entrambe le squadre. Data la distanza geografica, è difficile ritrovare un precedente fra le due Nazionali, che raramente si sono incontrate in una competizione FIFA; infatti, da quando, nel 1930 Jules Rimet ha organizzato la prima edizione del Mondiale, queste due squadre si sono incontrate solo due volte…

La prima volta in Germania, precisamente a Stoccarda, nel 1974. Poi quattro anni dopo, nel 1978, in terra argentina. E se quest’ultima fu un dominio più o meno netto dell’Albiceleste (2-0, doppietta di Kempes); lo stesso non si può dire per la sfida tedesca, che per qualche strana coincidenza ebbe grandi ripercussioni anche sulla Nazionale italiana

Polonia-Argentina, 15 giugno 1974

Correva l’estate del ’74 e la decima edizione dei Mondiali di calcio si disputava in Germania Ovest; il Paese non è ancora unificato, ma si prepara ad accogliere nella sua parte occidentale le più grandi rappresentative calcistiche del mondo. Era il Mondiale di Johann Cruyff e del calcio totale, il Mondiale dell’insperata vittoria tedesca e dell’incoronazione del Kaiser Franz Beckenbauer. L’Italia era però solo una timida comparsa, ancora lontana dai fasti del decennio successivo. Nonostante ciò però, in qualche modo rientra nella narrazione iniziale.

Secondo la vecchia struttura della Coppa del Mondo venivano formati quattro gironi iniziali, da cui le prime due classificate avrebbero guadagnato l’accesso al turno successivo. Le otto qualificate sarebbero poi state divise in due ulteriori gruppi da quattro; le due prime classificate si sarebbero giocate la finalissima, mentre alle seconde spettava il terzo/quarto posto.

Nel primo turno viene formato un girone di ferro, il gruppo 4, composto da Italia, Argentina, Polonia e Haiti. Se la squadra del Centro America rappresentava poco più di un “cuscinetto”, non si può dire lo stesso per le altre tre formazioni. Gli Azzurri guidati da Gigi Riva, Sandro Mazzola, Gianni Rivera e Dino Zoff, nonostante la qualità della rosa, mostravano uno stato di forma al di sotto delle aspettative iniziali.

La Polonia viveva in quegli anni il suo miglior periodo calcistico, forte della generazione d’oro di Lato, Deyna, Gadocha e tutti gli altri. Gli argentini partivano sulla carta come la seconda compagine più debole del girone, ma compensavano i limiti tecnici con voglia e spirito di sacrificio.

Il collegamento tra l’Italia e Polonia-Argentina

L’Italia partì a rilento e superò con difficoltà l’ostacolo Haiti, mentre a Stoccarda si affrontavano Argentina e Polonia. Gli europei cominciano forte e in nove minuti trovarono la via del gol per ben due volte, grazie al genio offensivo di Lato. L’Argentina la riaprì al 60′, ma due minuti più tardi, di nuovo Lato, firmò la doppietta personale e mette il parziale sul 3-1 per la Polonia. Al minuto 66, l’argentino Babington riaccendeva le speranze per l’Albiceleste, ma la difesa polacca riuscì a tenere botta e al fischio finale, il risultato diceva 3-2 per la Polonia.

L’Italia era sugli spalti ad assistere alla gara per studiare le sue successive avversarie, nella speranza che il CT Valcareggi trovasse una soluzione alle sfuriate offensive delle due squadre. A sorprendere maggiormente era il fantasista argentino Houseman, dotato di un gran dribbling e di ottima progressione con la palla.

La seconda giornata cominciava col dominio della Nazionale di Varsavia, che asfaltò con un netto 7-0 Haiti e si prense un posto nel turno successivo. L’Italia invece, sfoggiava una forma fisica persino peggiore della gara precedente e pareggiò fortunosamente con l’Argentina. Fabio Capello venne messo a marcare Houseman, ma la differenza di passo era troppo netta e quando la sua posizione viene rivista, ormai il danno era già stato fatto. Gli Azzurri si salvarono solo grazie ad un autogol e dovevano giocarsi la qualificazione contro la Polonia, che nonostante fosse già qualificata, rappresentava comunque la squadra più ostica del girone.

 

Argentina

Grzegorz Bolesław Lato (@Shutterstock)

 

L’epilogo del girone

Il CT Valcareggi, dopo le pressioni della stampa, optò per escludere dalla formazione iniziale Gianni Rivera e Gigi Riva, i due simboli della squadra italiana, considerati colpevoli per le deludenti prestazioni. Qualcuno insinuava addirittura anche che l’Italia volesse pagare la Polonia per perdere di proposito il match, ma alla fine niente di tutto ciò risultò vero; l’Italia uscì sconfitta per 2 a 1 e senza i suoi due uomini chiave, non riuscì quasi mai a rendersi pericolosa.

Sull’altro campo, invece, gli argentini vinsero per 4 a 1 contro Haiti; grazie alla differenza reti, furono proprio i sudamericani a qualificarsi, ai danni degli Azzurri. L’Italia venne quindi eliminata al primo turno e nel Bel Pese iniziò una vera e propria caccia alle streghe; Valcareggi venne esonerato e la stampa attaccò duramente tutti i protagonisti della disfatta. Il nuovo CT Bernardini decise di dare un taglio netto alla vecchia generazione, partendo da Sandro Mazzola (nonostante venne votato dagli italiani come il migliore del torneo in Germania).

Ma come proseguì l’avventura delle due “rivali”?

Mentre l’Italia curava le sue ferite, il destino aveva altri piani per Argentina e Polonia. I primi, dopo il fortunoso passaggio del turno, incontrarono l’Olanda di Cruyff e il Brasile di Rivelino e Jairzinho; persero entrambe le gare e il pareggio con la Germania Est rappresentò il riassunto perfetto dello strano Mondiale disputato dagli argentini. Si rifaranno poi quattro anni dopo, alzando la Coppa a casa loro.

La Polonia invece, si giocò con la Germania Ovest l’accesso alla finalissima, ma una sconfitta per 1-0 con gol di Müller condannò i polacchi alla finalina per il terzo posto contro il Brasile. Fu proprio la squadra europea a vincere, grazie all’ennesimo gol di Lato, capocannoniere della manifestazione con sette realizzazioni. Anche se la sfida di oggi ha poco in comune con quella del ’74, speriamo che il campo ci riservi lo stesso spettacolo di 48 anni fa…

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