Nel corso della sua visita in Polonia al cimitero dei soldati sovietici di Varsavia, l’ambasciatore russo Sergey Andreev si è visto vittima di una particolare aggressione. Un gruppo di attivisti avversi alla guerra in Ucraina ha imbrattato con una sostanza rossa il volto e il busto di Andreev, corredando la propria azione con delle perentorie dichiarazioni di protesta.
L’ambasciatore, al momento dell’attacco, si stava recando a deporre dei fiori al cimitero della Capitale in onore del 77esimo anniversario della vittoria contro la Germania nazista. Oggi, infatti, in Russia si ricordano i 27 milioni di cittadini sovietici deceduti durante la Seconda Guerra Mondiale. D’altra parte, il popolo polacco, che stigmatizza in maggioranza l’invasione di Putin, ha organizzato delle manifestazioni per bloccare i festeggiamenti nel Paese.
Secondo quanto riportato da SkyTg24, il gruppo di contestatori polacchi, brandendo bandiere ucraine, avrebbe circondato la delegazione russa, inveendo contro di loro tramite il lancio di vernice rossa, simboleggiante il sangue delle vittime ucraine. L’atto sarebbe anche stato accompagnato dall’esclamazione di parole come “fascisti” e “assassini”.
Questa mattina, inoltre, come afferma l’emittente polacca TVN24, su alcuni monumenti del cimitero sovietico sarebbe figurata la scritta “Uccidere Putin” tinta in giallo e blu (i colori della bandiera ucraina). La dicitura, però, è stata prontamente cancellata.
L’agenzia di stampa russa Tass ha riferito che nessuno tra l’ambasciatore e i suoi accompagnatori è rimasto gravemente ferito. Il delegato si è detto convinto di voler rispondere con “una protesta formale”, affermando poi che:
“Quando ci hanno raccomandato di non organizzare un evento in grande, ci siamo incontrati a metà strada, non abbiamo aggravato la situazione”.
Un sobillatore, invece, si è detto compiaciuto ai microfoni di TVN24, elargendo tutto il suo entusiasmo per l’andatura dell’evento. “Con tutto il nostro cuore siamo con Mariupol“, ha commentato l’uomo, richiamando il senso di fratellanza che la squadra di dimostranti possiede nei confronti degli ucraini e della “città martire”. Un portavoce del Ministero degli Esteri polacco ha infine reso noto che il Governo non rilascerà commenti immediati sull’accaduto.
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