La scuola e lo sport sono le due componenti più importanti per lo sviluppo della personalità nei giovani ragazzi. Non è solo l’istruzione ad essere necessaria, ma lo sono anche la capacità di rapportarsi con gli altri, di porsi obiettivi e di superare le difficoltà. E se il pensiero generale ritiene che concentrarsi sull’attività fisica implichi togliere tempo ai libri (o viceversa), c’è anche chi prova a dimostrare il contrario, partendo da una squadra di calcio in Piemonte.
Siamo a Borgo Vanchiglia, uno dei quartieri storici di Torino. Qui è in attività dal 1915 l’A.S.D Vanchiglia, che attualmente milita in Eccellenza e può vantare uno dei migliori settori giovanili della regione. A partire dai Giovanissimi under 14 fino alla Juniores under 19, il centenario club piemontese si occupa di crescere e formare i futuri calciatori sia dentro che fuori dal campo.
I dirigenti del Vanchiglia, a partire da quest’anno, si sono interessati attivamente al profitto scolastico dei propri giocatori. Il Direttore tecnico Vincenzo Manzo ha infatti proposto ai ragazzi di mandare le foto delle loro pagelle scolastiche agli allenatori, il tutto ovviamente a discrezione del ragazzo. L’idea è ripresa dalla prassi di diversi settori giovanili professionistici, come quello della Juventus in cui Manzo è cresciuto.
La società si è offerta di aiutare non solo i ragazzi, ma anche le famiglie a migliorare il profitto scolastico dei tesserati che mostrano più difficoltà sui banchi, con un occhio di riguardo per il comportamento. I giocatori del Vanchiglia devono tenere un atteggiamento rispettoso e consono sia quando indossano la maglia da gioco che nella vita di tutti i giorni. Per chi invece dovesse comportarsi male, sono previste sanzioni che possono arrivare anche alla mancata convocazione per le gare del weekend.
In un intervista rilasciata a TGCOM 24, i vertici della società piemontese hanno ribadito le loro intenzioni. L’obiettivo è aiutare i ragazzi a non lasciare indietro gli studi e correggere eventuali comportamenti sbagliati, perché prima che grandi calciatori bisogna essere brave persone. La reazione dei tesserati e delle famiglie, a quanto riferisce la società, è stata entusiasta e assolutamente positiva. E pensare che c’è ancora chi dice che calcio e scuola non possono andare d’accordo.
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