di Redazione NCI
L’Oxynotus centrina, questo è il suo nome scientifico, appartiene alla famiglia degli squaliformi. È conosciuto comunemente con il nome di pesce porco, ultimamente è tornato sotto i riflettori per via di un avvistamento nei nostri mari (evento considerato molto raro).
Pesce porco, le origini del nome
Il suo nome non è dato, purtroppo, dalla somiglianza all’omonimo animale terrestre, ma dal suo peculiare verso, simile al grugnito dei maiali, che emette appena esce dall’acqua. Ma, nonostante appartenga alla famiglia degli squali, la sua forma non è esattamente quella a cui siamo abituati, infatti il pesce porco presenta delle forme molto più “tondeggianti” e goffe rispetto ai suoi cugini, ed è molto elevato a livello dorsale soprattutto per via della sua pinna voluminosa. La sua pelle non è rosa, come la nostra mente ce lo ha fatto immaginare, ma grigiastra-marrone e costellata di puntini bianchi.
Principali caratteristiche del pesce porco
Il pesce porco non è un grande cacciatore (quindi ha molto più in comune con i maiali che con gli squali). Questo esemplare si nutre di molluschi e piccoli pesci ed è innocuo per l’uomo. Purtroppo è una specie catalogata “vulnerabile”, quindi a rischio estinzione, ma il suo habitat ne rende difficile il tracciamento. Vive in acque profonde, tra i 100 e i 700 metri di profondità, soprattutto nell’Oceano Atlantico e nel Mar Nero, ma i continui cambiamenti climatici ne hanno modificato le abitudini portandolo ad essere avvistato non molto tempo fa anche nelle nostre acque.
Il ritrovamento nelle nostre acque
Sfortunatamente, il raro esemplare di pesce porco è stato ritrovato senza vita all’interno della Darsena Medicea di Portoferraio, all’Isola d’Elba, in Toscana; gli addetti della marina hanno subito consegnato la carcassa alla capitaneria di porto, per effettuare analisi e rilievi. È proprio in seguito al suo ritrovamento nel Mediterraneo e alle sue foto postate da “Isola d’Elba App” che questo strano animale è diventato virale, alimentando la curiosità di molti lettori e anche la nostra.
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di Antonio Stiuso
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