Attualità

Per la scienza ci vogliono 4 anni a dimenticare un ex

Secondo uno studio recente condotto da Jia Chong e Chris Fraley, due psicologi dell’Università dell’Illinois, ci vogliono in media quattro anni per dimenticarsi totalmente del/della proprio/a ex. Si è tenuto conto di fattori variabili quali la durata della relazione, il coinvolgimento emotivo e la presenza o meno di figli in comune.

Lo studio sugli ex

Lo studio è stato pubblicato recentemente sulla rivista Social Psychological and Personality Science e ha coinvolto 328 adulti, con un’età media di 32 anni. I soggetti dello studio dovevano aver avuto una relazione seria nel corso degli ultimi cinque anni ed essersi lasciati ad almeno 6 mesi. Il legame residuo con l’ex partner veniva valutato su scala Likert da 0 a 7 per tre funzioni di attaccamento: rifugio sicuro, prossimità e base sicura. I dati sono poi stati comparati con le stesse attribuzioni che si davano a uno sconosciuto, per definire un “punto di estinzione del legame“.

Lo studio ha evidenziato come in media ci vogliamo almeno 4 anni per permettere un distaccamento dal partner, mentre dopo 8 anni il valore attributivo che si dà all’ex è simile a quello di uno sconosciuto. Il neurologo tedesco Sebastian Ocklenburg ha sottolineato come questi dati dimostrino che il cervello umano non risponda a tempi sociali, ma biologici.

I risultati dello studio, però, tengono conto di fattori personali che possono variare molto da persona a persona. Alcune persone possono distaccarsi emotivamente dal proprio ex in molto meno tempo; mentre ce ne sono altre a cui occorre anche un decennio, pur intraprendendo altre relazioni nel frattempo. I soggetti ansiosi hanno manifestato una maggiore tendenza a rimanere legati al ricordo dell’ex. Le persone sicure di sé e con più autostima hanno manifestato meno difficoltà in questo processo.

È stato poi evidenziato come rimangano maggiormente impressi i legami che si sono sviluppati durante l’infanzia e l’adolescenza, che ci accompagnano per tutta la vita. I soggetti aventi figli in comune hanno manifestato un attaccamento più forte all’inizio, ma si è poi dissolto più rapidamente rispetto agli altri adulti analizzati.

Lo studio sfata poi una serie di luoghi comuni sul modo in cui ci riprendiamo da una rottura. Il fatto di intraprendere una nuova relazione non cancella il ricordo del proprio ex. Inoltre, i ricercatori sfatano il luogo comune secondo cui le donne dimentichino più in fretta degli uomini. Quest’ultimi mantengono solo una visione più positiva dell’ex dopo la rottura.

Altri studi in materia

Già nel 2000 gli studiosi Barbara e Dion avevano preso in esame studenti universitari canadesi con un’età media di 19 anni e avevano evidenziato come la rottura sia molto più dolorosa per chi è particolarmente ansioso. Questi soggetti, infatti, tendono a non essere stati loro a volere la rottura; a provare più rabbia, gelosia, tristezza e senso di errore e a faticare a ricostruire la propria identità dopo il distacco.

Nel 1999, invece,  la ricercatrice Kiecolt-Glaser aveva preso in esame soggetti separati o divorziati e li aveva comparati con altri sposati. Lo studio aveva analizzato gli indicatori biologici di funzione immunitaria (tra cui l’attività delle cellule NK e i livelli di anticorpi contro virus latenti). La ricercatrice ha evidenziato come maggiore era l’attaccamento verso l’ex e peggiore era la risposta immunitaria. Chi prova ancora un forte attaccamento all’ex ha livelli più alti di depressione, ansia e infiammazione. Non è poi raro trovare effetti ancora attivi anche 5 anni dopo la separazione.

Scritto da: Gaia Cobelli

Fonti: tgcom24, Geopop

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Redazione Network NCI

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