di Redazione Network NCI

Una ragazza di 25 anni, a Pellaro (Reggio Calabria), ha ucciso i figli appena partoriti e ha nascosto i corpi nell’armadio. I genitori li hanno trovati e la ragazza è stata arrestata. Inoltre, è accusata di aver soppresso anche un altro figlio, avuto tre anni fa.

Infanticidio a Pellaro

Le indagini sono iniziate nel luglio del 2024. La madre della ragazza, avvertendo cattivo odore in casa, aveva aperto l’armadio, trovando i corpicini dei due neonati avvolti in una coperta. La donna aveva subito allertato le forze dell’ordine, che visionando le telecamere di sicurezza della zona, avevano accertato che la 25enne fosse da sola in casa al momento del parto e della morte dei due neonati. Dagli accertamenti sul materiale biologico è emerso che i piccoli erano nati vivi e che la causa del decesso sembrerebbe essere il soffocamento. Come riportato da TGCom24, per la ragazza il gip ha emesso un’ordinanza di arresti domiciliari con braccialetto elettronico su richiesta della Procura e il fidanzato è indagato per favoreggiamento personale. La 25enne è accusata di avere ucciso i suoi due bambini appena partoriti, di occultamento dei loro corpi, e di soppressione di cadavere per il bambino partorito nel 2022.

L’indagine

Il primo passo compiuto dalle forze dell’ordine, dopo la denuncia della madre della 25enne che a Pellaro aveva trovato i corpi dei neonati nell’armadio, è stata visionare le telecamere di sicurezza della zona. Gli inquirenti hanno così appurato che la ragazza era da sola in casa tra le 19 e le 20:30 dell’8 luglio 2024, presunto orario del parto e della morte dei bambini. Le forze dell’ordine hanno anche analizzato i messaggi tra la 25enne e il fidanzato, da cui sono emersi ulteriori dettagli. Hanno così scoperto messaggi in cui la coppia era in forte disaccordo sul se tenere o meno i figli e che una situazione identica si era verificata già nel 2022. Anche in quella data, la ragazza avrebbe partorito e soppresso il figlio. Il fidanzato è stato iscritto al registro degli indagati in stato di libertà. Per la ragazza la situazione è molto più grave.

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Articolo a cura di Enrico Roca

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