Scuola (@Shutterstock)
All’Istituto Comprensivo Rita Borsellino di Palermo si svolgerà un referendum per decidere sull’uso del grembiule scolastico. A esprimere il proprio voto saranno i 400 studenti dell’istituto. L’iniziativa è nata da una lettera inviata alla dirigente scolastica da due classi di quarta elementare. Nella missiva, i bambini hanno manifestato alcune difficoltà legate all’obbligo di indossare il grembiule. Sottolineano che, nei periodi più caldi, risulta scomodo e limita i movimenti. Inoltre, hanno espresso il desiderio di poter vestire in modo più personale, affermando di non dover essere tutti uguali, perché ognuno è diverso.
La preside, Lucia Sorce, intervistata da la Repubblica, ha ritenuto valida la richiesta e le motivazioni espresse, ma ha anche evidenziato che una decisione così importante non poteva essere presa solo da un gruppo ristretto di studenti. “Non possono essere solo cinquanta bambini a decidere per tutti”, ha spiegato, “per questo organizzeremo un vero referendum, con urne, scrutatori e votazioni ufficiali, in modo che la scelta finale sia condivisa da tutta la comunità scolastica”.
Per aiutare gli studenti a comprendere il valore del loro impegno, la preside ha illustrato loro il funzionamento delle leggi e delle modifiche ai regolamenti. “Il nostro regolamento d’istituto è come una Costituzione”, ha spiegato. “Ho raccontato ai bambini che per cambiarlo è necessario seguire un iter preciso, proprio come avviene per le leggi. Il loro referendum rappresenta, di fatto, una sorta di emendamento”.
Anche i più piccoli, compresi coloro che non sanno ancora leggere e scrivere, avranno la possibilità di partecipare. A tal fine, gli alunni hanno ideato due tipi di schede elettorali, una delle quali con sole immagini per facilitare il voto ai bambini dell’infanzia e delle prime classi. “Sono entusiasti e molto coinvolti nel processo”, ha raccontato Giovanni Lo Monaco, uno degli insegnanti delle quarte che hanno promosso l’iniziativa. “Stanno lavorando con grande impegno per preparare tutto il necessario: dalla grafica delle schede elettorali alla costruzione delle urne di cartone, fino alla creazione delle locandine da esporre nei corridoi e alla formulazione del quesito referendario”.
Nella lettera iniziale, i bambini avevano anche proposto una soluzione intermedia: utilizzare il grembiule solo in alcune occasioni specifiche, come durante la mensa, le attività nell’orto, le lezioni di arte o le uscite didattiche, per rendere gli studenti facilmente riconoscibili. La scuola ha deciso di sperimentare questa proposta proprio nelle due classi che hanno sollevato la questione, in attesa del risultato della votazione. “Si tratta di un’esperienza concreta di educazione alla democrazia”, ha concluso la dirigente. Al giorno d’oggi, il fatto che una scuola educhi i bambini alla conoscenza della vita politica, è ammirevole, chissà se altri plessi seguiranno quello di Palermo nella scelta.
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