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Ospedale: medici e infermieri autorizzati a filmare durante le visite

di Redazione Network NCI

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A causa delle varie aggressioni che spesso capitano in ospedale da parte di cittadini non molto tranquilli, che hanno visto coinvolti molti membri del personale sanitario, sono state prese le prime misure. Questo vale sia per ambulatori che pronto soccorso, ma non solo, anche sui treni. Sono state rivolte critiche dalla polizia penitenziaria in quanto, in caso di rivolta nelle celle, prima di filmare bisogna essere autorizzati. Il procuratore Gratteri afferma: “Chi è ossessionato dalla privacy vada a vivere in montagna“.

Ospedale, la body-cam entra in ospedale

Sono tanti i casi di aggressione che avvengono negli ospedali, sui treni, in carcere o in istituti minorili: il 26 aprile una donna è entrata all’ospedale Maggiore di Chieri, Torino, con un coltello lungo 20cm: voleva uccidere il medico che riteneva responsabile della morte del compagno durante un intervento di rianimazione. Fortunatamente è stata fermata in tempo dai carabinieri.

Il 5 novembre 2024, Rosario Ventura, capotreno, è stato pestato e accoltellato da un passeggero che era senza biglietto. Virale la foto di lui a terra, rannicchiato e con la camicia sporca di sangue, che ha fatto il giro del web e ha scatenato indignazione da parte della politica e dell’opinione pubblica.

Il 24 marzo, all’istituto minorile Cesare Beccaria di Milano, c’è stata l’ennesima rivolta. Un principio d’incendio è partito da un materasso: due agenti sono rimasti feriti dal lancio di oggetti da parte di alcuni detenuti.

La cronaca documenta ogni giorno aggressioni nei confronti di chi sta solo facendo il suo dovere. I lavoratori si sentono, giustamente, sempre più in pericolo. Il governo, le aziende e i sindacati di settore hanno ormai detto basta alle violenze e hanno provato a rispondere: i dipendenti potranno usare strumenti di registrazione audio-video da applicare direttamente sugli operatori: le bodycam. Presto ci saranno nuovi occhi digitali pronti a registrare in caso di pericolo o di minaccia. Sono tutti d’accordo sulla loro utilità: serviranno come deterrente.

Un compromesso che si inserisce tra diritto alla privacy e sicurezza. Un principio che andrà messo alla prova anche alla luce dell’approvazione del decreto-legge sicurezza pubblicato l’11 aprile. Più nello specifico dell’articolo 21 che estende l’uso delle bodycam alle forze dell’ordine. Il provvedimento autorizza la spesa di 4.956.804€ per il 2025, di 7.929.754€ per il 2026 e 10.602.656€ per il 2027.

Il primo esperimento ambulatorio

Nella Ulss 4 Veneto orientale gli operatori sanitari stanno già utilizzando le bodycam. Il progetto servirà a fornire informazioni utili alla Regione. Il 12 marzo, in occasione della giornata nazionale contro le aggressioni agli operatori sanitari, il presidente Luca Zaia ha presentato due misure per prevenire episodi di violenza negli ospedali e pronto soccorso. Da una parte i braccialetti in grado di registrare lo stato vitale di chi li indossa, inviare un allarme in caso di aggressioni e geolocalizzare il personale. Dall’altra, le bodycam.

Sul territorio non si sono verificati episodi eclatanti. Nel 2024 sono state registrate 108 aggressioni, tra queste solo 8 fisiche e nessuna ha causato infortuni con prognosi superiori a 3 giorni. Nel corso degli anni, il conteggio complessivo dei casi più gravi ha raggiunto lo 0: nel 2021 erano 270, nel 2022 239, nel 2023 23. Ma solo nella Ulss 4. Per quanto riguarda il resto della regione le aggressioni verbali e fisiche sono passate da 220 nel 2020 a 2.595 nel 2024. Il merito della netta riduzione nell’azienda sanitaria del Veneto orientale va alla “attività di formazione“, alla “creazione di zone di filtro” e alla “distinzione dei varchi tra il personale” e gli utenti, come riporta Today. Il direttore sostiene che la principale finalità delle bodycam “è soprattutto quella di essere un deterrente rispetto ad alcune manifestazioni aggressive”.

La prova gratuita con la società americana dei taser

Non essendoci una necessità nell’adottare la misura ora in sperimentazione. La proposta è arrivata dall’esterno dell’Ulss 4. Periodicamente, titolari di aziende presentano prodotti per contenere e contrastare il fenomeno dell’aggressione. A catturare l’attenzione del direttore generale è stata l’offerta di Axon Enterprise Inc., una società che in passato portava il nome del suo prodotto: taser. È specializzata in strumenti per la protezione personale.

Con Axon l’Ulss 4 ha sottoscritto un contratto, “accordo di prova sul campo“, che prevede la fornitura di un kit per un periodo di prova di 45 giorni. Prima di Pasqua il personale è stato formato nell’utilizzo delle bodycam e degli strumenti in dotazione nell’ospedale di San Donà di Piave e in quello di Portogruaro. Per ogni centro ci sono due bodycam che possono essere indossate da medici e infermieri nei triage, nelle sale d’attesa, nelle aree obi, negli ambulatori e loro pertinenze. I sistemi di ripresa possono essere attivati dagli operatori, all’interno dell’ospedale, in caso di attacco fisico o minaccia con utilizzo di armi, comportamento aggressivo o danneggiamento di materiali o lancio di oggetti all’equipe medica. Per avviarla, bisognerà avvisare le persone a voce: “Attenzione! Da questo momento attivo la registrazione video“.

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Articolo di Marco Luciano Salvi

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