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Organizzare o partecipare a un rave party sarà punibile penalmente: cosa sancisce l’articolo 434-bis del c.p.?

Organizzare e partecipare ai rave party sarà considerato reato, punibile con la reclusione fino a sei anni. La nuova stretta del Governo è arrivata ieri, durante il primo Consiglio dei Ministri del nuovo organico. L’obbiettivo di questa regolamentazione sarebbe volto a costituire un “deterrente” per questo tipo di eventi; andiamo quindi a vedere cosa prevede e perché è stato preso questo provvedimento.

Il provvedimento sui rave party

Come riportato da TGCom24, la decisione presa dal Governo non rappresenta una novità tra le proposte discusse al tavolo del Viminale; infatti, già i passati Ministri dell’Interno, tra i quali anche Luciana Lamorgese, avevano pensato a una normativa a riguardo. Tuttavia, queste norme non sono mai state approvate. A reinserire i rave party nell’agenda del Governo è stato il nuovo Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, che ha motivato così la decisione:

“Si tratta di eventi non solo pericolosi per le stesse persone che partecipano, ma molto dispendiosi per l’impiego di forze dell’ordine che ne consegue. Sono ora previste sanzioni significative e confidiamo che la norma possa costituire un deterrente“.

Dopo l’articolo 434 del codice penale è stato così inserito il 434-bis, che istituisce una nuova fattispecie di reato: “Invasione di terreni o edifici per raduni pericolosi per l’ordine pubblico o l’incolumità pubblica o la salute pubblica”. Il provvedimento include la confisca obbligatoria dei veicoli e degli strumenti necessari, l’obbligo del ripristino dei luoghi e l’utilizzo di intercettazioni per facilitare le indagini. Infine, organizzare o partecipare ai rave party diventa punibile con la reclusione fino a sei anni.

Motivo e critiche verso la decisione

Il decreto è arrivato dopo l’ultimo rave avvenuto qualche giorno fa a Modena. Tuttavia, come già anticipato, già da tempo si pensava di introdurre una normativa che allineasse l’Italia con il resto dei Paesi europei sul tema specifico; i rave party, infatti, sono stati spesso sotto i riflettori a causa delle loro conseguenze.

Non sono però mancate le critiche, soprattutto dall’opposizione, che hanno messo in discussione le decisioni del Ministro dell’Interno. In particolare, Giuseppe Conte ha sollevato la questione sul recente raduno fascista a Predappio, chiedendosi per quale ragione non si fosse intervenuto anche in quel caso. Il Ministro Piantedosi ha subito risposto, affermando che:

[…] Sono cose completamente diverse. Predappio è una manifestazione che si svolge da tanti anni, sul rave c’era la denuncia del proprietario”.

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Gianmichele Trotta

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