Attualità

ONU, studio sui cambiamenti climatici: quanto sono a rischio le coste e le isole?

In occasione dell’apertura della COP28 a Dubai, l’ONU ha pubblicato uno studio sulle proiezioni future circa gli impatti dell’innalzamento dei mari nei più importanti centri costieri mondiali, delineando un quadro di forte criticità e tale da necessitare di un’azione immediata e lungimirante per mitigare degli effetti che potrebbero ripercuotersi su decine di milioni di persone. Tra il 5 e il 10% della popolazione costiera di alcuni centri urbani come Rio de Janeiro o Santos, infatti, vedrà un rischio di inondazioni sempre più alto.

ONU: la ricerca e la portata globale del fenomeno

A inaugurare la COP28 di Dubai uno studio di UNDP Human Climate Horizons e CIL, che apre il quadro con una serie di dati che contestualizzano la portata degli effetti del cambiamento climatico, tra cui, in particolare, l’innalzamento dei livelli dei mari (da fine Ottocento fino a oggi è aumentato di 23 centimetri) nella cornice globale; negli ultimi 20 anni, infatti, c’è stato un aumento delle inondazioni costiere, che minacciano 14 milioni di persone in più in tutto il mondo. Entro la fine del secolo, se si continua con l’attuale emissione di gas serra, l’area geografica a rischio includerà 73 milioni di persone, con delle comunità che hanno una probabilità annuale di 1 su 20 di essere colpite.

Così ha dichiarato Hannah Hess, direttore associato del CIL:

“Queste proiezioni non sono conclusioni scontate, ma possono essere un catalizzatore per l’azione. Un’azione rapida e sostenuta per ridurre le emissioni influenzerà la velocità e l’entità dell’impatto sulle comunità costiere. Ridurre le emissioni non solo attenua il rischio, ma ci dà più tempo per rispondere in modo proattivo e prepararci all’innalzamento dei mari”.

I territori potenzialmente colpiti si localizzano soprattutto nell’emisfero australe, comprendendo il Sud America, l’Africa e l’Asia.

ONU: i territori più a rischio di inondazione

Santos, Cotonou e Kolkata sono alcune delle città che, in futuro, rischieranno l’inondazione di ampie porzioni di superficie abitata, mentre molte altre regioni più basse soffriranno di inondazioni permanenti.
Tra le zone più a rischio, tuttavia, si annoverano anche dei cosiddetti SIDS (Piccoli stati insulari in via di sviluppo) e Membri associati delle Commissioni regionali delle Nazioni Unite: Bahamas, le Isole Vergini britanniche, le isole Cayman, le Maldive, le isole Marshall, Tuvalu, Seychelles, Turks e Caicos; queste aree, entro il 2100, vedranno la completa immersione di almeno il 5% delle loro terre emerse.

Adottando quindi delle proiezioni, nello scenario pessimistico dal punto di vista delle emissioni (SSP5-8.5), 160mila chilometri quadrati di costa andranno perduti; si tratta di una superficie maggiore della Grecia o del Bangladesh.

Ecuador, India, Arabia Saudita, Vietnam, Emirati Arabi Uniti, questi sono solo alcuni dei Paesi che si vedranno coinvolti in questo scenario. Tuttavia, se uno sforzo corale e globale riuscisse a scongiurare l’aumento della temperatura media globale di 2 gradi, allora 70mila chilometri quadrati della cifra iniziale si dovrebbero salvare.
I problemi principali, come diretta conseguenza di scenari simili, sarebbero il trasferimento di milioni di persone e gli inevitabili danni economico-sociali delle città costiere più importanti, rischiando di far retrocedere il livello di sviluppo umano in quei territori.

Modalità di ricerca e lista delle città più colpite

I dati utilizzati dallo studio sono stati ricavati mediante l’utilizzo di satelliti, osservazioni mareografiche e da una serie di modelli stilati nel Sesto rapporto di valutazione dell’IPCC.

Il modello della ricerca delinea altresì il numero di persone coinvolte a seconda della gravità delle emissioni, entro fine secolo:

  • Emissioni basse: 59,4 milioni di persone;
  • Emissioni intermedie: 72,8 milioni di persone;
  • Emissioni alte: 97,6 milioni di persone;

La lista delle città più colpite, invece, è la seguente, in un senso di rischio decrescente:

1) Guayaquil, Ecuador ;

2) Barranquilla, Colombia ;

3) Santos, Brasile;

4) Rio de Janeiro, Brasile;

5) Kingston, Giamaica;

6) Cotonou, Benin;

7) Calcutta, India;

8) Perth, Australia;

9) Newcastle, Australia;

10) Sydney, Australia;

Fonti: UNDP (1); UNDP (2)

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Lorenzo Peratoner

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