di Antonio Stiuso
6. Doing a Bradbury
Dulcis in fundo, l’eroe che le Olimpiadi meritano e di cui avevano pure bisogno. La aspettavate tutti ed eccola qui, la storia che ormai tutti conosciamo ma che non ci stanchiamo mai di riascoltare. La grande storia di Steven Bradbury, The last man standing. Bradbury è un atleta australiano di pattinaggio sul ghiaccio, noto per l’oro olimpico “più fortunato del mondo”, come lui stesso definisce. Proprio così, perché Steven, dopo vari infortuni, alcuni molto gravi nei quali ha rischiato la morte, arriva a giocarsi le Olimpiadi di Salt Lake City nel 2002, in quello che sarà l’ultimo atto della sua carriera. Dato per sfavorito da chiunque, Bradbury conquista un’inaspettata finale grazie alla caduta di ben tre atleti e la squalifica di un quarto durante le semifinali.
Ma il meglio deve ancora venire, perché è proprio in finale che la fortuna decide di aiutare ulteriormente l’atleta. Bradbury è in palese difficoltà, contro atleti molto più giovani di lui, e rimane ancorato all’ultima posizione fin dai primi giri, ormai anche lo stesso appare rassegnato alla magra consolazione di aver partecipato alla finale delle Olimpiadi. Ma è all’ultima curva che avviene il miracolo. Uno degli atleti in testa perde aderenza sul ghiaccio e cade, facendo strike su tutti gli altri atleti dietro di lui. L’ultimo a rimanere in piedi, a causa del grande distacco accumulato, è proprio Steven, che taglierà il traguardo prima degli altri raggiungendo un oro olimpico insperato. Da allora in Australia è stato inventato un modo di dire: “Doing a Bradbury”, utilizzato proprio per indicare un successo clamoroso.
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di Antonio Stiuso
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