Mateo Retegui è il nuovo volto della Nazionale italiana. Il 23enne nato a San Fernando, in Argentina, ha esordito con la maglia azzurra nella sfida contro l’Inghilterra, trovando anche la sua prima rete italiana. “El Chapita” potrebbe essere però solo il primo di una nuova serie di oriundi, vecchio pallino del calcio italiano e possibile nuova risorsa.
Retegui è soltanto l’ultima di una lunga lista di calciatori nati all’estero ma in grado di giocare con la Nazionale italiana per via di parentele più o meno lontane. Non è però una pratica nuova: il periodo con più oriundi della storia dell’Italia, infatti, risale alla prima metà del secolo scorso. Tra il 1914 e il 1938 ben 21 giocatori nati all’estero vestirono la maglia azzurra; sei di questi divennero anche Campioni del Mondo.
Negli anni ’60, invece, fu la volta di due grandi attaccanti della Serie A: Omar Sivori e José Altafini. I due giocarono rispettivamente 9 e 6 partite con la maglia azzurra, trovando anche 8 e 5 reti. La loro avventura fu però brevissima, tra il 1961 e il 1962. Nel 2003 fu la volta di Mauro Camoranesi: nato in Argentina, disputò 55 partite con l’Italia, laureandosi Campione del Mondo nel 2006.
Tutt’altro che indimenticabili, invece, alcune parentesi degli ultimi 15 anni: Paletta, Schelotto, Osvaldo, Vazquez e Amauri hanno soltanto assaggiato l’azzurro, senza mai riuscire a incidere. Discorso diverso, invece, per altri calciatori in grado di affermarsi con la Nazionale: Thiago Motta, Éder e Jorginho su tutti. Quest’ultimo è stato tra i protagonisti della vittoria al Campionato Europeo, insieme a Toloi ed Emerson Palmieri, altri due naturalizzati. Gli ultimi due oriundi della storia italiana non rievocano, invece, ricordi felici: Joao Pedro e Luiz Felipe hanno giocato una sola partita; il primo subentrò nei minuti finali della disfatta contro la Macedonia del Nord, il secondo nella sconfitta per 5-2 subita in Germania lo scorso giugno.
Mateo Retegui si è preso subito la maglia da titolare della Nazionale Italiana. Complici i problemi fisici di Immobile e Raspadori (indisponibili per questa finestra dedicata alle Nazionali), “El Chapita” ha avuto l’occasione di mettersi in mostra, provando a convincere Mancini a puntare su di lui.
La stessa sorte potrebbe toccare in futuro ad altri calciatori del panorama italiano ed europeo. L’esempio più lampante in Italia è sicuramente Gabriel Strefezza del Lecce: il fantasista nato a San Paolo ha più volte dichiarato di voler giocare per l’Italia, anche attraverso il suo agente. A centrocampo, invece, il nome più plausibile è quello di Nicolás Capaldo. 24 anni, nato in Argentina, è titolare nella mediana del Salisburgo, con cui ha trovato anche il gol in Europa League, nella recente sfida contro la Roma. Che sia quello lo spot decisivo per convincere Mancini? Lo scopriremo a giugno, quando l’Italia si ritroverà per la Final 4 di Nations League. Forse con qualche oriundo in più…
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