Attualità

New York: sbaglia indirizzo di casa, 20enne uccisa a colpi di fucile

Negli Stati Uniti esiste, da ormai molto tempo, il problema armi. Il diritto costituzionale di detenere un’arma in casa e le leggi troppo permissive per ottenerle, hanno causato un incontrollato aumento delle sparatorie di massa nel Paese. Da inizio anno sono ben 163, un dato in continuo aumento. L’ultima tragedia, avvenuta a New York, ha riacceso nuovamente il dibattito sulla questione armi.

New York, l’errore del navigatore

Come riporta Fox News, i protagonisti della tragedia sono una ragazza di 20 anni e il suo gruppo di amici. Ci troviamo a Hebron, nello stato di New York. Il gruppo di ragazzi stava cercando di raggiungere la casa di un loro amico seguendo le indicazioni del navigatore. Arrivati a destinazione la giovane, che era alla guida dell’auto, si è subito accorta che avevano sbagliato indirizzo e aveva messo la retromarcia per uscire dal vialetto.

L’errore del navigatore è però costato caro alla 20enne. All’improvviso il proprietario della casa, un 65enne del posto, ha iniziato a sparare contro l’auto con il suo fucile. Uno dei colpi ha centrato la ragazza, riducendola in fin di vita. Gli amici si sono allontanati dall’abitazione con l’auto e hanno cercato di chiamare i soccorsi, ma per la 20enne non c’era più niente da fare.

L’ennesima tragedia

I 3 hanno raccontato tutto alla polizia che si è subito attivata per andare ad arrestare il 65enne. Lo sceriffo di Washington Country, Jeffrey Murphy, ha rilasciato un’intervista in merito alla stampa locale: “Questo è un caso molto triste di alcuni giovani che stavano cercando la casa di un amico e sono finiti a casa di quest’uomo che ha deciso di uscire con un’arma da fuoco e scaricarla”. 

Nessuno dei ragazzi sarebbe uscito dall’auto e nonostante l’area e il vialetto fossero scarsamente illuminati di notte, lo sceriffo ha spiegato che: “Non c’era chiaramente alcuna minaccia da parte di nessuno nel veicolo”. Murphy ha aggiunto che l’uomo “non ha collaborato con le indagini e si è rifiutato di uscire dalla sua residenza per parlare con la polizia”. Dopo un’ora di mediazioni, il 65enne si è arreso con le forze dell’ordine lo hanno che lo hanno condotto nella prigione della contea di Warren con l’accusa di omicidio di secondo grado.

Gli amici, nel frattempo, hanno deciso di aprire una raccolta fondi per aiutare la famiglia della ragazza uccisa. Una tragedia che si poteva e si doveva evitare, ma che rischia di diventare l’ennesimo caso di cronaca nera degli Stati Uniti, sempre più in balia delle armi.

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