Attualità

Netanyahu candida Trump al Nobel per la pace: nomina tra alleati

Durante una cena ufficiale nella Blue Room della Casa Bianca, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato la candidatura di Donald Trump al Premio Nobel per la pace, presentandogli personalmente la lettera inviata al comitato del premio. L’incontro, improntato a una forte sintonia politica, si è concentrato su temi legati alla sicurezza globale e al futuro del Medio Oriente. Netanyahu ha accompagnato la candidatura con un riconoscimento esplicito del ruolo di Trump nella promozione della stabilità internazionale, attribuendogli il merito per le operazioni militari condotte contro gli impianti nucleari iraniani e per l’influenza esercitata negli equilibri geopolitici della regione. Il gesto ha colto di sorpresa Trump, che ha manifestato apprezzamento per l’iniziativa, considerandola particolarmente significativa per la provenienza.

Rafah destinata a diventare città umanitaria e rilancio del piano di ricollocazione dei palestinesi da Gaza

Bandiere di Palestina e Israele (@Shutterstock)

Nel frattempo, sul terreno, il conflitto a Gaza continua senza sosta. Il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha reso noto un piano per trasformare Rafah, città pesantemente colpita dai bombardamenti, in una “città umanitaria” destinata ad accogliere circa 600.000 palestinesi sfollati da altre zone della Striscia. L’iniziativa rientra nel più ampio e controverso progetto di ricollocazione definito come “migrazione volontaria” dei gazawi. Il governo israeliano ha riaffermato la volontà di offrire ai palestinesi la possibilità di lasciare Gaza, sostenendo che l’enclave non debba più configurarsi come una prigione a cielo aperto. In parallelo, l’amministrazione statunitense ha espresso il proprio sostegno al principio della libera scelta dei palestinesi, collaborando con altri paesi potenzialmente disponibili ad accoglierli.

Speranze di tregua e nuovi attacchi nel Mar Rosso

Sul piano diplomatico, Washington continua a esercitare pressioni per raggiungere un cessate il fuoco a Gaza. Secondo quanto riferito dal presidente statunitense, Hamas avrebbe manifestato interesse a una tregua. Per sostenere i negoziati, gli Stati Uniti hanno inviato a Doha l’inviato speciale Steve Witkoff, coinvolto in colloqui con Qatar, Egitto e Israele. Le trattative puntano a ottenere una tregua di 60 giorni, accompagnata da uno scambio tra ostaggi israeliani e detenuti palestinesi, oltre all’impostazione di un percorso negoziale duraturo. Tuttavia, la situazione nella regione resta instabile. Lunedì sera, un nuovo attacco ha colpito una nave cargo al largo delle coste yemenite, causando due feriti e due dispersi. Si tratta del secondo episodio simile nel Mar Rosso in meno di 24 ore, un segnale evidente che il conflitto ha ormai superato i confini della Striscia di Gaza.

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Articolo di Biagi Linda

Fonti: TGCOM24, TODAY

Redazione Network NCI

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