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NCS Second Chance: Tenet

di Gabriele Di Nuovo

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Benvenuti nella nostra nuova rubrica chiamata NCS Second Chance. In questo e nei prossimi articoli, la nostra redazione tratterà di tutti quei titoli che non hanno conquistato il pubblico e nonostante tutto, meritano una seconda possibilità.

In occasione del suo arrivo su Netflix il 15 luglio, ne approfittiamo per aprire la nostra nuova rubrica parlando di uno dei film che nel 2020 ha diviso il pubblico di tutto il mondo. La pellicola in questione è “Tenet” di Christopher Nolan. L’ultimo lavoro del celebre regista inglese, lo vede coinvolto nel mondo dello spionaggio internazionale sfruttando però in chiave sci-fi uno dei temi a lui più cari: il tempo.

Arrivato nelle sale durante le prime riaperture nel corso della pandemia di COVID-19, il film ottenne un discreto successo commerciale nonostante i numerosi cinema chiusi a causa delle restrizioni. Nonostante questo, il pubblico e la critica si sono divisi. Da una parte troviamo chi lo ha amato, dall’altra chi non lo ha compreso o non apprezzato. Infatti in questo articolo, vi spiegheremo perché “Tenet” merita assolutamente una seconda possibilità.

La trama di “Tenet”

La pellicola segue un agente della CIA, che viene semplicemente chiamato il Protagonista (John David Washington), affrontare la missione più pericolosa della sua carriera. L’obiettivo è quello di fermare sul nascere il terzo conflitto mondiale e per farlo, il Protagonista si unisce ad un altro agente segreto chiamato Neil (Robert Pattinson) e i due affronteranno un oligarca russo di nome Andrei Sator (Kenneth Branagh). In apparenza siamo davanti ad una delle più classiche spy story, se non per la presenza dell’inversione del tempo. Ed è proprio questo elemento a rendere differente “Tenet”.

L’inversione dell’entropia del tempo non rende solo l’azione esagerata, ma fa da fulcro alla trama della pellicola. Fulcro che ha generato confusione e scetticismo a tanti spettatori che si aspettavano un film molto più “semplice”. Tranquilli, nonostante questo, “Tenet” è più semplice di quello che sembra e come ogni prodotto cinematografico ha dei pregi e dei difetti. Dopotutto scriviamo questo articolo proprio per farvi comprendere al meglio che, al netto delle pecche, l’ultimo lavoro di Nolan è decisamente meglio di quello che si può pensare.

La chiave è nel titolo

Per comprendere al meglio la pellicola, basti pensare al suo titolo. “Tenet” è una delle parole che appare nel quadrato del Sator. Iscrizione latina, il quadrato del Sator contiene all’interno delle parole palindrome. D’altronde le parole del quadrato appaiono all’interno del film. Ma perché questo quadrato che non trova ancora oggi spiegazione, è la chiave dietro la comprensione di “Tenet”? La risposta è più semplice del previsto. Oltre a trovare le parole del quadrato all’interno del film, dal titolo per arrivare al cognome dell’antagonista, il loro essere palindrome rispecchia al meglio il funzionamento dell’inversione dell’entropia del tempo che fa da base al racconto.

 

 

Anche se il tempo viene invertito, non cambia il risultato di quello che viene mostrato. Inoltre la pellicola cerca di motivare l’utilizzo di questa tecnologia, inserendo anche una tematica attuale di cui parleremo successivamente. Se questo non vi è chiaro, la pellicola si può comprendere anche senza essere consapevoli di questi riferimenti, perché è proprio la loro gestione all’interno del racconto a rendere il tutto inutilmente difficile. Questo perché “Tenet” è uno spy action a tutti gli effetti.

Un freddo spy action

Il pubblico, come anche la critica, hanno commesso un grosso errore nel valutare il lavoro di Christoper Nolan. Il concentrarsi troppo sull’elemento che manda fuori di testa lo spettatore, ha di fatto penalizzato il giudizio su quello che è uno spy action a tutti gli effetti. La storia rispetta i classici stilemi del genere, strizzando anche l’occhio ad uno dei capolavori di Alfred Hitchcock (“Intrigo internazionale”), e consegna allo spettatore un prodotto d’intrattenimento che intriga, mantiene alta la tensione e porta su schermo sequenze action a dir poco spettacolari.

 

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Ma perché “Tenet” è un freddo spy action? Non è per via della fotografia di Hoyte Van Hoytema e non lo è nemmeno per le interpretazioni del cast. La risposta è proprio nella caratterizzazione dei protagonisti. Tutti, dal Protagonista al villain della pellicola, mostrano una caratterizzazione fredda e molto basilare in alcuni casi. La scrittura dei personaggi da parte di Nolan è decisamente sempliciotta, lasciando poco margine per affezionarsi a loro e sorprendendo per una determinata scena nel finale (nonostante sia in parte coerente con delle determinate rivelazioni). Ma a non essere perfetta, è anche la sceneggiatura del film.

Il problema più grande di “Tenet” è la sua sceneggiatura

La più grande pecca della pellicola che la rende inutilmente confusa, è la sua sceneggiatura. Forte di svariati spiegoni nel corso del racconto, “Tenet” si rende “complesso”, perdendo così la strada maestra da seguire per essere uno spy movie innovativo e con una personalità. Tornando ai personaggi ideati in modo molto semplice, sono proprio loro a soffrire di questa storia con tante spiegazioni che apre numerose porte a vari temi, senza però approfondirli o lasciandoli senza alcuna risposta. Se analizziamo al meglio, forse, due anni fa il problema più grande nel dare un giudizio a questo film è stato il sopravvalutare la scrittura di Christopher Nolan.

Lo spettatore si aspettava un film complesso e attraverso l’inversione del tempo, è caduto in una sorta di trappola cognitiva che ha fatto guardare con l’occhio sbagliato la pellicola. I difetti sul piano della scrittura sono evidenti e questo nessuno lo cambierà, ma come ogni opera imperfetta, anche “Tenet” ha dalla sua dei pregi che lo renderanno sicuramente un cult con il passare degli anni, con una probabile rivalutazione completamente positiva da parte del pubblico. Per ultimo ma non meno importante, è la tematica ambientalistica che viene abbozzata e usata come parte del motore narrativo, ma si rivela successivamente un nulla di fatto portando alla banalizzazione definitiva del Sator interpretato da Kenneth Branagh.

Un ottimo spy action con un ottimo cast

“Tenet” sicuramente è stato visto con un occhio sbagliato. Questo perché la pellicola, per tutta la sua durata, funziona al meglio e intrattiene fino alla fine con grandissime sequenze al cardiopalma. A funzionare nonostante la scrittura discutibile è anche il cast della pellicola. Da John David Washington a Robert Pattinson, che si mostra il migliore dell’intero cast, portano su schermo un’ottima interpretazione che riesce a colmare in parte i problemi di scrittura. Invece a risentire maggiormente di questi problemi sono i personaggi interpretati da Elizabeth Debicki e Aaron Taylor-Johnson.

 

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I loro personaggi sono tra i meno apprezzati all’interno della pellicola. Nonostante il ruolo della Debicki sia cruciale a fini narrativi, soffre del problema di “freddezza” accennato in precedenza. Mentre per il ruolo di Aaron Taylor-Johnson, siamo semplicemente davanti ad un personaggio completamente superfluo e persino fuori contesto. A farci sorvolare su tutto questo però, ci pensano le grandi e iper realistiche sequenze action che fanno da padrone nella pellicola. L’elemento spionistico nel complesso funziona e aiutato da immagini spettacolari, si mostra come un ottimo spy movie.

Tenet e la sua azione realistica

A dare valore aggiunto alla pellicola, ci pensa l’azione. Abbastanza presente all’interno della pellicola, Christopher Nolan decide di puntare in alto per “Tenet”. Infatti tutte le sequenze sono girate con effetti pratici e veri veicoli, senza alcun utilizzo di VFX in fase di post produzione. Per gli amanti delle statistiche, il film di Nolan ha meno effetti visivi inseriti in post produzione di una qualunque pellicola comedy. La sequenza iniziale, ambientata al teatro dell’opera di Kiev, in realtà è stata girata a Oslo. Qui di seguito vi rilasciamo i primi minuti del film con protagonista la spettacolare sequenza al teatro dell’opera.

 

 

Le riprese tenute in Estonia, hanno permesso al regista inglese di girare un inseguimento sull’autostrada T4 di Tallinn. Questo ha comportato una chiusura delle strade per più di un mese, creando non pochi disagi allo stato. Infatti la produzione della pellicola, ha risarcito la capitale con ben 16,4 milioni di euro. E lo sforzo produttivo è ben evidente in questo inseguimento. Subito dopo la sequenza che tratteremo successivamente, questa è a dir poco spettacolare. Qui lo spettatore ha la possibilità di vedere al meglio lo sfruttamento dell’inversione del tempo in un inseguimento alla luce del sole. Il risultato finale è a dir poco stupefacente.

Potrebbero bastarci queste due sequenze per dirvi che “Tenet” sia un buonissimo film di intrattenimento, ma non è sufficiente. L’azione della pellicola raggiunge l’apoteosi con una scena: lo schianto del Boeing 747. Il trattamento della sceneggiatura del film è durato ben 10 anni e sin dal principio, l’idea di Nolan era quella di far schiantare un vero aereo contro un edificio. Detto così, potrebbe non avere senso e sembrarvi folle, ma non è così per il regista inglese. Warner approvando la sua richiesta, ha regalato quella che oggi è una delle sequenze action più grandi, realistiche e spettacolari degli ultimi anni.

 

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Una colonna sonora frenetica e… pop?

Oltre alle grandi sequenze action, le interpretazioni dei suoi protagonisti che colmano alcuni problemi della pellicola e l’intrattenimento offerto con una dinamica intrigante come quella dell’inversione del tempo, “Tenet” offre un’ottima colonna sonora che riesce a coinvolgere al meglio lo spettatore. A realizzarla non è il solito Hans Zimmer, compositore fidato del regista, bensì Ludwig Göransson. Il musicista svedese, divenuto celebre per aver lavorato alla colonna sonora della serie “The Mandalorian”, ideando il tema principale diventato subito iconico, collabora con Christopher Nolan offrendo un lavoro che non ha nulla da invidiare ad un veterano come Zimmer.

 

 

Il lavoro di Göransson è davvero ottimo. Grazie alla sua colonna sonora molto presente nel corso della pellicola, lo spettatore riesce ad immergersi al meglio nelle atmosfere della storia. Frenetica come la corsa contro il tempo che affronta il Protagonista, la soundtrack di “Tenet” può contare su un asso nella manica decisamente atipico. Stiamo parlando della traccia musicale di Travis Scott realizzata per la pellicola. Intitolata “The Plan”, non solo rivela alcuni dettagli del film, ma la canzone è stata utilizzata come base musicale per il trailer finale USA (in Italia per motivi ignoti, è presente una traccia della colonna sonora di Göransson).

 

 

Perché “Tenet” merita una seconda possibilità

Al netto dei difetti evidenziati in questo articolo, “Tenet” merita assolutamente una seconda possibilità, di essere riscoperto. Un ottimo cast, azione ben girata e iper realistica, una colonna sonora incalzante e una spy story a tinte sci-fi con un potenziale grande, sono gli ingredienti che rendono l’ultimo film di Christopher Nolan un prodotto di intrattenimento valido. Non lasciatevi scoraggiare da tutti i ragionamenti che emergono nel corso della storia, vi porterebbero fuori strada e vi illuderebbero riguardo la comprensione dell’intera pellicola. Il regista inglese ha osato e questo gli si è ritorto contro, ma nonostante questo, il suo spy movie è un prodotto valido e, con meno arroganza da parte del suo regista e sceneggiatore, sarebbe rientrato senza problemi tra i suoi migliori film in assoluto.

Vi ricordiamo che la pellicola sarà disponibile su Netflix dal 15 luglio e se siete (fortunatamente) amanti del formato fisico, al seguente link Amazon, potete recuperare “Tenet”: https://amzn.to/3NXO1iC

Qui di seguito vi lasciamo il trailer di “Tenet”.

 

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