Nell’ormai lontano 2018, l’UEFA annunciò una nuova competizione continentale, volta a rivoluzionare per sempre il mondo delle amichevoli internazionali: la Nations League. Difatti, l’obbiettivo primario del nuovo format era quello di abolire gli “infruttuosi” match amichevoli, per fare spazio ad un nuovo campionato.
Fin da subito, i giocatori e gli allenatori non si sono del tutto schierati a favore del nuovo torneo, sia perché i calendari dei campionati nazionali sono già abbastanza fitti, sia per come è stata studiata la Nations League; un torneo diviso in quattro leghe maggiori, a loro volta suddivise in ulteriori gironi, che si gioca in due mandate, suddivise tra la “fase a gironi” e la fase finale… Insomma, una matrioska che racconteremo meglio poco più avanti.
Ma che senso ha questa competizione? Per quale motivo un organo come l’UEFA, che dovrebbe fare l’interesse del calcio e dei calciatori, continua ad aggiungere competizioni e match che mettono a rischio gli interpreti dello sport più seguito al mondo? Cerchiamo di dare una risposta a questo importante quesito, riportando anche qualche dichiarazione di alcuni dei maggiori esponenti del calcio europeo.
L’UEFA presenta la Nations League come “una competizione per Nazionali che sostituisce le amichevoli con partite ufficiali, consentendo alle squadre di affrontare avversarie di pari valore”. Per “pari valore” si intende il valore determinato dal ranking UEFA; in realtà, i gironi vennero costituiti seguendo questa direttiva solo nella prima edizione. Per la seconda e la terza (attuale) edizione, i gruppi sono stati impostati tenendo conto dei posizionamenti delle competizioni precedenti.
Dopo la rivisitazione del regolamento avvenuta nel 2018/19, le 55 selezioni Nazionali che partecipano alla manifestazione UEFA sono suddivise in quattro macro-leghe; nelle leghe A, B e C partecipano 16 squadre, mentre nella lega D solo sette. Come anticipato, i gruppi sono stati dettati dalle posizioni raggiunte dalle partecipanti nell’edizione precedente (2018/19).
Le leghe A, B e C sono composte da quattro gruppi, nei quali figurano quattro squadre. La lega D è invece composta da due gruppi: uno da quattro squadre e uno da tre. Questo tipo di format garantisce un ammontare di 168 match giocati e persegue l’obbiettivo di ridurre al minimo le amichevoli tra le Nazionali.
La divisione in gruppi fa sì che le squadre vincitrici dei gironi della lega A arrivino a competere per il titolo di campioni della competizione; le promosse dalle leghe inferiori e le retrocesse invece, vedranno la loro successiva campagna in Nations League modificata di conseguenza. Inizialmente abbiamo parlato di un torneo che si disputa in due mandate: cerchiamo di chiarire il concetto.
Il torneo ha cadenza biennale e comincia in un anno pari, durante il quale generalmente prendono luogo i Mondiali o gli Europei, e termina l’anno seguente. Per questa stagione, con il Mondiale invernale, la fase inziale della competizione si sta tenendo nel mese di giugno e troverà la conclusione nel mese di settembre; la fase finale, ovvero quella che decreterà poi la vincitrice del titolo, si disputerà a giugno 2023. In questa fase si giocano solamente semifinali, finale e finale per il terzo e quarto posto; la cosiddetta “final four”.
La domanda è particolarmente interessante, principalmente perché oltre alla coppa, nell’immediato, non si ottiene granché. Certo, la Nazionale vincitrice riceve un assegno dall’UEFA che vale 10,5 milioni di euro [secondo quanto riportato da Forbes, ndr], ma nulla di più.
I benefici, se tali possono considerarsi, si fanno vedere solo nel lungo periodo. Difatti, le quattro squadre che arrivano alla fase finale della Nations League ottengono un girone di qualificazione agli Europei successivi composto da meno squadre. Oltre ciò, queste Selezioni potranno far valere il loro piazzamento nella competizione, nel caso in cui non dovessero riuscire a qualificarsi alle competizioni maggiori. Difatti una Nazionale, non raggiungendo la fase a gruppi del Mondiale successivo, otterrebbe il diritto di accedere ai playoff per la qualificazione.
Infine, un buon piazzamento nel torneo garantisce un maggiore punteggio per il ranking UEFA; di conseguenza, si ottengono delle “agevolazioni” e delle maggiori possibilità di ottenere un girone più agevole per le qualificazioni ai tornei maggiori.
Dopo questa corposa introduzione, possiamo procedere a discutere della reale utilità di questa competizione.
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