di Federico Minelli
Alle pendici del Vesuvio stanno vivendo un’annata unica, forse irripetibile. Il Napoli sta cavalcando verso il terzo Scudetto della sua storia e in Champions non c’è niente da perdere. Che sia l’anno giusto, quello che può far realmente svoltare non solo la squadra, ma tutta la piazza? Rimandando ai posteri l’ardua sentenza, proviamo a vedere i fattori.
Un ambiente che deve abituarsi alla vittoria
A Napoli non manca nulla per consacrarsi tra le piazze più importanti italiane e non solo: c’è passione, c’è tifo, c’è una città viva. Questo, però, non basta. E allora quando, come quest’anno, c’è anche un allenatore con i giusti giocatori, il giusto progetto e l’entusiasmo della squadra, tutto può riuscire.
Per far sì, però, che non sia semplicemente un fuoco di paglia, un anno da ricordare quando le cose vanno male serve uno step in più. È quello step che squadre e piazze come Juve, Inter o Milan hanno di natura, nate, cresciute e abituate alla vittoria e al non appagarsi mai. E questo non vale solo per i calciatori, ma per tutto l’ambiente che li circonda: stampa, tifosi, istituzioni.
Napoli, si può consolidare quest’anno di meraviglie?
Ma nel concreto, cosa si può fare? Una stagione da incorniciare può realmente cambiare l’atteggiamento di tutto un ambiente? Sì, perché è tanto, troppo tempo che i partenopei non tornano sul tetto d’Italia e l’entusiasmo, tipicamente partenopeo, è contagioso, facilmente proseguibile anche per gli anni a venire.
Non solo, perché questo lasso di tempo in cui Napoli non ha vinto, ha contribuito non solo ad una mentalità meno abituata alla vittoria, ma anche alla mitizzazione di chi per ultimo è riuscito ad aggiudicarsi lo Scudetto. “Napoli è stata grande solo con Maradona”: la truppa di Spalletti ha la possibilità di sovvertire questa sorta di incantesimo che sembra soggiogare la città.
Attenzione, però, perché ripetersi è più difficile di vincere. Basti guardare il Milan, che lo scorso anno sembrava pronto ad aprire un ciclo vincente e invece quest’anno naviga in diverse difficoltà. C’è da considerare anche il fattore mercato: Kvaratskhelia, Osimhen, Anguissa, solo per citarne tre, sono sui taccuini di mezza Europa. È qui che Napoli e il Napoli devono fare il salto di qualità, qui deve crescere tutto l’ambiente partenopeo. Vincere aiuta a vincere, ma non è sempre scontato. Fu vera gloria?
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