Nell’attesa che vengano decretate le due finaliste per Qatar 2022, continuiamo il nostro viaggio nelle finali più iconiche nella storia dei Mondiali di calcio. Oggi torniamo indietro fino al 2010, l’anno della Coppa del Mondo in Sudafrica, delle vuvuzela e, soprattutto, della finale Olanda-Spagna…
Mentre in Qatar le due Nazionali sono arrivate più in sordina, nel 2010 la Spagna arrivò da Campione d’Europa e, insieme all’Olanda, da vincitrice di tutti i match del proprio girone di qualificazione. Vinsero i propri gironi anche al Mondiale di 12 anni fa: 9 punti per l’Olanda e 6 per la Spagna, furono sufficienti per avanzare alla fase a eliminazione diretta.
Le Furie Rosse arrivarono in finale grazie a tre vittorie di misura, tutte per 1-0; autentico mattatore fu David Villa, che mise a segno due gol, agli ottavi contro il Portogallo e ai quarti contro il Paraguay. In semifinale invece, fu la Germania a soccombere dopo il gol di Puyol.
Anche l’Olanda vinse tutti e tre i match della prima fase “con il brivido”, ma segnando più gol. Robben e Sneijder stesero la Slovacchia agli ottavi per 2-1, poi il trequartista ai tempi in forza all’Inter, con una doppietta mandò a casa il Brasile ai quarti (2-1). In semifinale arrivò l’ostacolo Uruguay, e ancora una volta ci pensò Sneijder: gol e assist per lui, con Robben che siglò la terza rete.
Dopo aver superato tutti gli ostacoli che si sono parati davanti alle finaliste, ecco che arriva l’ultimo atto; una prima volta storica per la Spagna, mai arrivata all’ultimo atto di un Mondiale, e una ricerca ancora vana per l’Olanda, alla terza finale, ma ancora a zero vittorie. Insomma, tutte le carte per una degna conclusione dei Mondiali sono sul tavolo.
La finale non si giocò in una delle Capitali del Paese ma a Johannesburg, e fu da subito molto dura e fallosa, con addirittura nove cartellini gialli estratti dal direttore di gara (Howard Webb, ndr) nei tempi regolamentari, tra cui quello a de Jong per il celeberrimo fallaccio su Xabi Alonso.
Le occasioni comunque non mancarono: Sergio Ramos di testa impegnò Stekelenburg, poi Sneijder su punizione scaldò i guantoni di Casillas. L’allora estremo difensore del Real Madrid si superò, nel secondo tempo, con una super parata di piedi su Robben, che portò il match ai supplementari.
Nel primo tempo aggiuntivo venne espulso Heitinga per doppia ammonizione, e la Spagna nel secondo trovò la giusta breccia: filtrante di Fabregas per Iniesta che, da solo davanti al portiere, non sbagliò. 1-0 e Spagna sul tetto del mondo per la prima volta nella sua storia; dalla gioia spagnola si passa alla delusione olandese, che alla terza finale non riuscì ancora una volta a vincere, prolungando quella che sembra quasi essere una maledizione…
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