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Mondiali 2022 – Road to the Final: USA 1994 e quei maledetti rigori di Pasadena

di Alessandro Colepio

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La storia della Nazionale italiana di calcio rispecchia ironicamente quella del nostro Paese: tante gioie, fra Mondiali ed Europei vinti, ma anche clamorose debacle come le mancate qualificazioni ai tornei del 2018 e del 2022. C’è però un momento preciso che racchiude in sé tutta l’essenza degli Azzurri: la finale dei Mondiali 1994 negli Stati Uniti

USA 1994, la storia di un disastro

Il 17 luglio si gioca allo stadio Rose Bowl di Pasadena Brasile-Italia, la finalissima fra le due migliori formazioni del torneo. I Verdeoro dopo le sconfitte nel 1982 e nel 1990, optano per un sistema di gioco meno spettacolare e più equilibrato, affidando a Bebeto e Romario la manovra offensiva. L’Italia invece, manda in campo una difesa di altissimo livello, guidata da Maldini e Baresi, mentre in avanti risplende come non mai il genio di Roberto Baggio.

Gli Azzurri del CT Sacchi arrivano alla finale martoriati dagli infortuni: Dino Baggio e Albertini accusano problemi muscolari, mentre Baresi aveva saltato la maggior parte del torneo per un infortunio al ginocchio che avrebbe dovuto impedirgli di scendere in campo per la finale. A sorpresa, però, tutti e tre sono presenti nell’ultima formazione ufficiale dell’Italia.

La cronaca della finale dei Mondiali 1994

Come anticipato, i brasiliani, reduci della sconfitta in Spagna nel 1982 contro l’Italia di Bearzot, decidono di approcciare la gara in maniera più difensivista. Le due squadre in campo cercano quindi di scoprirsi il meno possibile e le occasioni da gol si contano sulle dita di una mano. Le sortite offensive di Romario e Bebeto sono contenute per tutta la gara da un commovente Baresi, che 23 giorni dopo l’infortunio al menisco sembra essere tornato in campo al massimo della condizione

Gli Azzurri, sorpresi dalla tattica attendista del Brasile, faticano a costruire occasioni e si lasciano ingabbiare dalla manovra elaborata degli avversari, che cercano di mettere sotto pressione la difesa italiana e di trovare il varco giusto per calciare. Il brivido più grande della partita arriva al 75′, quando Pagliuca si lascia scappare dalle mani un innocuo tiro da fuori area che, fortunatamente, sbatte sul palo e non si insacca; il portiere italiano manda così un simbolico bacio al palo che diventerà uno dei simboli di quel Mondiale.

Baggio, l’uomo che aveva trascinato l’Italia fino alla finale, è in una delle serate più difficili della sua vita. La pressione è alle stelle, i problemi fisici lo limitano e la manovra offensiva degli Azzurri è sterile. Sui piedi del genio di Caldogno capita una sola palla gol a pochi minuti dalla fine, ma il suo destro finisce alto sopra la traversa di Taffarel. Il fischio finale vede il risultato ancora bloccato sullo 0-0 e anche i supplementari ripetono il copione della gara; alla fine dei 120 minuti, la finale si deciderà ai calci di rigore. È la prima volta nella storia che una finale finisce a reti inviolate e si decide dagli 11 metri…

 

Mondiali

Roberto Baggio (@Shutterstock)

 

La lotteria dei rigori e la vittoria brasiliana

Il primo a calciare è Baresi, che spara alto e si dispera davanti agli occhi del mondo intero. A rimediare al suo errore, almeno momentaneamente, ci pensa Pagliuca parando il tiro di Santos. I successivi due rigoristi di entrambe le squadre segnano, poi tocca a Massaro che sbaglia il quarto penalty degli Azzurri. Dunga invece non sbaglia, regalando al Brasile il match point al quinto tiro; quest’ultimo però non servirà, perché proprio Roberto Baggio calcia alto il quinto rigore. Il Brasile è così campione del Mondo per la quarta volta e l’Italia intera è in lacrime.

A nulla sono servite le magie di Baggio, il coraggio di Baresi e il cuore degli altri giocatori in campo: i calci di rigore condannano di nuovo la Nazionale alla sconfitta, quattro anni dopo l’eliminazione dal dischetto nelle semifinali dei Mondiali in Italia del 1990. Nei giorni seguenti piovono critiche su Arrigo Sacchi e sulla gestione della squadra. L’ex allenatore del Milan aveva promesso un gioco spumeggiante che si è visto raramente durante il torneo; ma nonostante le attese deluse, i suoi uomini hanno giocato un Mondiale fatto di corsa, cuore, intelligenza e sacrificio che ha emozionato un Paese intero.

Il Brasile si è presentato nella sua versione più “europea” e alla fine si è portato a casa un titolo che mancava da 24 anni. Un tabù che rischiava di condizionare a lungo un Paese che vive il calcio come nessun altro. Alla fine hanno vinto loro, forse con la squadra brasiliana meno talentuosa ad aver alzato un trofeo, e ancora una volta l’Europa perde un Mondiale giocato nel Continente americano; bisognerà aspettare la Germania nel 2014 per sconfiggere questa superstizione e vedere conquistare la Coppa del Mondo, proprio in Brasile, ad una Nazionale del Vecchio Continente.

Nonostante la sconfitta, il Mondiale del 1994 rimane comunque iconico per tutti gli italiani. Perché i rigori li sbaglia solo chi ha il coraggio di tirarli, e quell’Italia ha avuto coraggio dalla prima partita fino all’ultimo tiro dal dischetto…

 

Mondiali

Italia (@Shutterstock)

 

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