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Mondiali 2022, cosa abbiamo imparato dalla fase a gironi?

di Gianluca Scognamiglio

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Ci siamo, oggi, 3 dicembre, iniziano gli ottavi di finale dei Mondiali in Qatar. Da ora in avanti nessuno può più sbagliare, pena l’eliminazione dal torneo. La fase a gironi appena conclusasi è stata una delle più equilibrate di sempre: basti pensare che per la prima volta da USA ’94 nessuna squadra ha chiuso a punteggio pieno! Il margine di errore è dunque minimo; noi abbiamo provato a rimettere insieme i pezzi, ricostruendo quello che è successo nei primi 14 giorni di Qatar 2022. Ecco cosa ci ha lasciato la prima fase dei Mondiali.

Le grandi deluse devono ricostruire

È vero, bisogna dare i giusti meriti a Marocco e Giappone, sorprese della prima fase. Belgio e Germania però, almeno sulla carta, avevano a disposizione squadre superiori, degne di arrivare tra le ultime sedici del Campionato del Mondo. La Germania si è presentata a questo mondiale con tanti singoli, poco connessi tra loro: Musiala, Sanè, Gnabry, Kimmich sono tutti giocatori top nel proprio ruolo; eppure è sempre mancato qualcosa. Che siamo noi ad aspettarci troppo dai tedeschi? D’altronde l’ultimo successo dei teutonici in una partita ad eliminazione diretta di un grande torneo risale al 2016. E noi ce lo ricordiamo bene…

I Diavoli Rossi, invece, chiudono con ogni probabilità in Qatar un ciclo che doveva essere vincente ma che ha miseramente fallito ogni qualvolta ne ha avuto la possibilità. Già in Brasile, 8 anni fa, le aspettative erano abbastanza alte; la sconfitta di misura contro l’Argentina ai quarti di finale poteva essere però il giusto punto di partenza per la “Generazione d’oro”. La disfatta di Euro 2016 (sconfitta contro il Galles ai quarti di finale) aveva trovato la propria rivincita in Russia: semifinale raggiunta battendo il Brasile ai quarti.

È stata quella, probabilmente, l’ultima grande partita del Belgio: la sconfitta con la Francia in semifinale ha segnato l’inizio del declino per De Bruyne & co. Se la scorsa estate l’Italia aveva messo fine al sogno europeo, quest’inverno ci hanno pensato Croazia e Marocco. Insomma, le dimissioni di Martinez segnano la fine di un’era, che doveva essere vincente, ma che ha semplicemente fallito.

Non esistono più squadre “materasso”

Il Mondiale ci ha messo tre giorni per darci il primo, grande insegnamento: non esistono avversari soft. Al terzo giorno di Qatar 2022 l’Argentina di Leo Messi cadeva contro l’Arabia Saudita, illudendo gli uomini di Renard e impaurendo Scaloni. Le altre due partite del girone hanno però ristabilito l’equilibrio, con l‘Albiceleste prima e i Falchi ultimi, con i soli 3 punti del primo match.

Se l’Arabia Saudita non è riuscita a dare continuità al grande risultato, va dato merito, invece, a Marocco e Giappone, capaci di vincere il proprio girone contro ogni pronostico. Hakimi e compagni hanno sorpreso per intensità e spirito di squadra, mandando a casa il Belgio. I Samurai hanno scelto, invece, la strada più complicata per raggiungere la qualificazione: 6 punti contro Spagna e Germania, sconfitta con la Costa Rica.

Pensiamo anche all’Australia, che nel primo match contro la Francia aveva preso una “scoppola” non indifferente: 4 reti subite e qualificazione che sembrava un miraggio. I successi su Tunisia e Danimarca hanno invece portato i Canguri agli ottavi per la seconda volta nella storia. E, per la serie “non ci sono squadre facili”, nello stesso girone la Tunisia si è tolta lo sfizio di battere la Francia, Campione del Mondo…

Se nel gruppo G la sorpresa della vittoria del Camerun sul Brasile è stata ininfluente ai fini del girone, nel girone H ha avuto ben altro peso il successo della Corea del Sud sul Portogallo. Grazie alla vittoria ottenuta nei minuti di recupero, Son e compagni hanno raggiunto la fase a eliminazione diretta, a scapito di Uruguay e Ghana, contro cui avevano raccolto appena 1 punto in due partite. Sarà forse un vizio asiatico complicarsi la vita?

 

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