La Transnistria, una regione separatista della Moldavia, sta vivendo un momento di tensione, con il primo congresso tenutosi dopo 18 anni. Durante il congresso si discuterà la possibilità di aderire alla Russia, a cui potrebbe essere richiesto addirittura aiuto militare.
Questa regione, situata tra il fiume Dniester e il confine con l’Ucraina, ha dichiarato la sua indipendenza dal governo moldavo subito dopo il crollo dell’Unione Sovietica. Nel 1992, i separatisti hanno combattuto una guerra contro il governo filo-occidentale della Moldavia, un conflitto concluso con l’intervento dell’esercito russo a fianco dei ribelli. Nonostante non sia riconosciuta a livello internazionale, la Transnistria ha mantenuto una sorta di indipendenza, con il supporto limitato di una forza di pace composta da militari russi.
Oltre alle questioni politiche, la Transnistria è anche un interessante caso dal punto di vista economico e sociale. La regione ospita molte imprese tessili che producono a basso costo per marchi occidentali. Inoltre è stata a lungo considerata un paradiso per i contrabbandieri, con il suo principale punto d’ingresso attraverso la città portuale di Odessa, in Ucraina. La leadership economica della regione è detenuta dal gruppo “Sheriff”, una grande holding russa fondata da ex agenti di polizia sovietici. La holding attualmente controlla una vasta gamma di attività commerciali, tra cui supermercati, distributori di benzina, una distilleria di cognac e persino una squadra di calcio, il Tiraspol.
La regione, una sottile striscia di terra che è stata sostanzialmente controllata dalle forze filo-russe sin dal crollo dell’Unione Sovietica, è riconosciuta a livello internazionale come parte della Moldavia. Il congresso, solo il settimo della sua storia, giunge in un momento critico. La Transnistria è alle prese con una disputa sempre più intensa con il governo moldavo, principalmente riguardo ai dazi doganali. L’ultimo incontro di questo tipo risale al 2006, quando i deputati della regione annunciarono un referendum sull’integrazione con la Russia. Il referendum alla fine ottenne un’ampia approvazione, senza però raggiungere la maggioranza.
Le autorità della autoproclamata Repubblica della Transnistria hanno reso noto che intendono chiedere assistenza militare alla Russia contro le pressioni del governo moldavo. Questa decisione è stata annunciata dai partecipanti al Congresso dei deputati della regione, convocato su iniziativa del presidente Vadim Krasnoselsky. La richiesta di aiuto è stata specificatamente indirizzata al Consiglio della Federazione e alla Duma di Stato della Federazione Russa. L’intento è quello di ottenere protezione contro le pressioni esercitate dalla Moldavia. Questa riunione speciale è stata convocata in un momento di crescente tensione.
Tuttavia, la recente situazione geopolitica, caratterizzata dall’offensiva russa in Ucraina, ha portato a nuove preoccupazioni e incertezze. Il governo moldavo, che è orientato verso l’Unione Europea, teme che i separatisti della Transnistria possano approfittare della situazione attuale e ripetere il referendum come nel 2006, questa volta con esiti positivi. Questa mossa sarebbe un grande problema per l’Ucraina, visto che la posizione geografica della Transnistria offrirebbe, alla Russia, l’opportunità di attaccare da un altro fronte.
I funzionari occidentali e alcuni rappresentanti dell’UE esprimono preoccupazione per una possibile annessione russa, le autorità russe hanno invece respinto tali ipotesi, definendole semplici congetture. La situazione rimane tesa e incerta, con la Transnistria che continua a essere un punto di scontro tra le influenze geopolitiche russe e occidentali.
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