Mal di testa (@Pixabay)
Secondo un’indagine di Assosalute, il mal di testa, in tutte le sue forme, interessa almeno una volta nella vita la maggior parte degli italiani. Le conseguenze possono variare da lievi fastidi a disturbi invalidanti. I fattori che portano a questi dolori sono diversi, stress, uso eccessivo di dispositivi digitali e cambi di stagione, ma vediamoli meglio nel dettaglio.
Sebbene risulti una cosa molto comune per tantissime persone, il mal di testa resta ancora molto sottovalutato da chi non ne soffre. Chi lo conosce bene, invece, sa come questo può influenzare la vita quotidiana. Le cause scatenanti possono essere: lo stress, un uso eccessivo dei dispositivi digitali e i cambi di stagione.
Sono solo alcuni tra i principali fattori scatenanti del mal di testa, un disturbo che colpisce, almeno una volta nella vita, il 90% degli italiani. Spesso però, in assenza di un’esperienza diretta, viene considerato poco rilevante. A richiamare l’attenzione sul tema è un’indagine commissionata da Assosalute all’istituto di ricerca Human Highway, secondo quanto riportato anche da SkyTG24.
I principali fattori scatenanti sono lo stress o la tensione emotiva (49,9%), seguiti dall’uso prolungato di schermi (29,6%) e dai disturbi legati ai cambi di stagione o al ciclo mestruale (20,7%). Le donne risultano più colpite da episodi ricorrenti (27,5% contro il 13,6% degli uomini) e associano il mal di testa allo stress più frequentemente rispetto agli uomini (52,5% contro 47,3%). Gli under 45, invece, riferiscono maggiore correlazione tra mal di testa e l’uso prolungato di videoterminali.
Non tutti i mal di testa sono uguali, bensì ne esistono diverse tipologie, alcune più impattanti sulla vita quotidiana rispetto ad altre. Si va dalle forme lievi e occasionali a quelle croniche e invalidanti. L’indagine rivela quanto il mal di testa sia diffuso, sottovalutato e, spesso, affrontato in maniera inadeguata. Il problema parte dalle diagnosi non corrette che ricevono molti italiani, secondo il neurologo dell’Anircef, Piero Barbanti. Dall’indagine emerge una chiara sovrastima di mal di testa patologici rari (cefalea a grappolo) o rarissimi (nevralgia occipitale). Questa sovrastima comporta errori di diagnosi del tipo di mal di testa e di conseguenza di cure erronee e inefficaci, ha affermato il dottore.
In Italia, la cefalea tensiva è la forma più comune: colpisce il 45% della popolazione. Successivamente, troviamo l’emicrania, che influenza in 25% degli italiani. Un dato preoccupante è che un terzo dei pazienti emicranici sperimenta almeno un attacco a settimana, con oltre 5 milioni di persone che soffrono di almeno 4 crisi al mese.
Ad avere una prevalenza sulle cefalee sono le donne, con un rapporto di 3 a 1 rispetto agli uomini. Nelle forme croniche la disparità si accentua ancora di più: coinvolge il 3% degli italiani e il rapporto donna/uomo supera il 7 a 1. L’indagine evidenzia inoltre che l’11% degli italiani soffre di mal di testa con cadenza settimanale, mentre oltre il 70% lo considera un disturbo solo occasionale. Tra coloro che ne soffrono, il 33% lamenta almeno un episodio al mese, mentre il 37% lo sperimenta con minore frequenza.
Secondo Barbanti, il mal di testa è la malattia più diffusa al mondo, con oltre 2 miliardi di persone che ne sono affette. Si tratta di un disturbo che, nelle forme gravi, deve essere necessariamente classificato e curato non solo per alleviare la sofferenza, ma perché il soggetto possa vivere in libertà e non faccia scelte di ripiego nella vita.
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