di Redazione NCI
Accade nel Madagascar. Un uomo, alla non troppo giovanile età di 57 anni è riuscito in un’impresa dai caratteri olimpionici e l’importanza esistenziale. Grazie alla quale è riuscito a mettersi in salvo da delle minacce che minavano la sua stessa vita. L’istinto di sopravvivenza e la consapevolezza di dover tentare l’impossibile per scampare alla morte, hanno dato al ministro malgascio la forza per vincere le intemperie del mare. Conducendolo alla spiaggia.
Serge Gelle, segretario della polizia di Stato, dopo che l’elicottero su cui stava viaggiando è caduto nella grande distesa d’acqua, si è ritrovato in una situazione di estrema emergenza. Nonostante ciò, lo stesso uomo dichiara di non aver ceduto ad alcun disincentivo o scoraggiamento psicologico perché secondo lui quello non era il suo momento per morire. Così, supportato da una corporatura ancora atletica e resiliente, e da un piccolo ausilio meccanico, rappresentato da un sedile sganciatosi dall’aereo, ha nuotato per 12 interminabili ore traversando il tratto di mare che lo separava dalla riva.
L’incidente, una tragedia sfiorata nel Madagascar
All’interno dell’aeromobile distruttasi vi erano, oltre a Gelle, tre poliziotti e un pilota. Dei tre agenti solo uno sinora è riuscito a toccare nuovamente la terra, percorrendo un tragitto ad angolatura diversa rispetto a quella del segretario. Il conducente e le altre due guardie risultano invece ancora dispersi. Ciò che alimenta ancor più la tristezza degli affetti dei perduti è la consapevolezza che la spedizione aveva il fine di salvare altre persone. L’elicottero infatti era diretto ad Antseraka, piccola località del nordest, al largo della quale lunedì mattina una nave è naufragata con 130 persone a bordo. Di cui solo 45 sono state tratte in salvo
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di Gabriele Nostro
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