di Redazione NCI
“M – Il figlio del secolo” è la trasposizione dell’omonimo romanzo di Antonio Scurati, vincitore del Premio Strega. La serie racconta l’ascesa al potere di Benito Mussolini, dalla sua militanza socialista come direttore del giornale “Avanti!” fino alla fondazione del movimento fascista e alla Marcia su Roma. Il racconto, senza mai scadere nella retorica, mostra come il fascismo sia nato e cresciuto attraverso violenza, manipolazione e propaganda, diventando una forza inarrestabile nella storia italiana.
Il 2025 si apre con una produzione televisiva di altissimo livello. NOW ha appena concluso la messa in onda di “M – Il figlio del secolo”, una serie che non solo racconta la nascita del fascismo, ma lo fa con uno stile innovativo. Joe Wright, il regista e ideatore del progetto, ha saputo mescolare dramma storico, commedia nera e un uso intelligente della quarta parete, coinvolgendo lo spettatore in un’esperienza quasi teatrale.
La serie si distingue per una narrazione incisiva e originale, che decostruisce Mussolini senza mai cadere nella banalizzazione. Il protagonista, interpretato magistralmente da Luca Marinelli, rompe la quarta parete, si rivolge direttamente allo spettatore, anticipa le sue mosse e spiega le sue scelte con un misto di carisma e cinismo. Questo espediente narrativo contribuisce a rendere ancora più inquietante il racconto dell’ascesa di un regime costruito su odio, violenza e volontà di distruzione.
Tuttavia, questa stessa scelta narrativa, unita alla fedeltà al romanzo di Scurati, rende la struttura della serie a tratti frammentaria e meno fluida. La scrittura densa e documentaristica dell’opera originale è stata trasposta sullo schermo con grande attenzione, ma non sempre si presta a una narrazione scorrevole, soprattutto per chi non è già familiare con il contesto storico. Alcuni spettatori potrebbero quindi trovare alcuni passaggi più complessi da seguire, specialmente quando la serie intreccia più livelli di racconto o utilizza riferimenti storici meno noti.
M. Il figlio del secolo: un viaggio immersivo tra storia e spettacolo
“M – Il figlio del secolo” non è solo un racconto storico, ma una vera e propria esperienza visiva e narrativa. Il lavoro di scrittura, firmato da Stefano Bises e Davide Serino, bilancia momenti di tensione con una sottile ironia, evitando qualsiasi forma di glorificazione o demonizzazione caricaturale. La fotografia e le riprese sono straordinarie: immagini di repertorio e sequenze di finzione si intrecciano, creando un effetto documentaristico che aumenta il realismo. Ogni dettaglio, dai costumi alle scenografie, è curato in maniera maniacale, restituendo fedelmente le atmosfere dell’epoca.
L’interpretazione di Luca Marinelli è il cuore pulsante della serie. Il suo Mussolini è spietato e cinico, ma anche ridicolo e patetico, un uomo ossessionato dal potere ma fragile di fronte al pericolo. Non c’è nessuna celebrazione del personaggio, solo una cruda analisi della sua natura opportunista e violenta. Con il suo carisma ambiguo, Marinelli riesce a rendere Mussolini un protagonista inquietante e grottesco al tempo stesso. I suoi discorsi infarciti di propaganda, la sua gestualità esasperata, le bestemmie e le pose teatrali mostrano un uomo che ha costruito la propria figura pubblica su menzogne e retorica, ma che nella realtà era pronto a fuggire nel momento della disfatta.
Basti pensare alla Marcia su Roma, che la serie racconta per quello che fu realmente: una messinscena gonfiata dalla propaganda, più che un’epica conquista del potere. O alla sua cattura da parte dei partigiani, quando, temendo di essere riconosciuto, si travestì con una divisa militare non italiana. Sappiamo tutti come la situazione si sia infine “capovolta” in suo sfavore.
Un’opera necessaria, soprattutto oggi
La serie arriva in un momento storico significativo. Il fascismo non è solo un capitolo chiuso della storia italiana, ma un fenomeno che ancora oggi riemerge nel dibattito pubblico e sui social. Sempre più giovani, ignari della realtà dei fatti, tendono a banalizzare o mitizzare questa ideologia, senza conoscere la sua vera natura. Un aiuto potrebbe arrivare proprio da questa serie, capace di mettere lo spettatore di fronte alla vera natura del fascismo. “M – Il figlio del secolo” mostra Mussolini per quello che era: un uomo violento e opportunista, il cui mito è stato costruito su paura e menzogne. L’uso della commedia nera e della satira rende il tutto ancora più efficace, sottolineando la ridicolaggine di certe scelte e atteggiamenti senza mai sminuirne la pericolosità. Wright riesce a ridimensionare il Duce, mostrandolo nella sua bassezza morale e politica, senza ricorrere a facili semplificazioni.
PRO E CONTRO
PRO
- Interpretazione magistrale di Luca Marinelli: Il suo Mussolini è inquietante, ridicolo e spietato allo stesso tempo, riuscendo a restituire tutte le sfaccettature di un personaggio complesso. Marinelli non cade mai nella caricatura, ma incarna un uomo ossessionato dal potere, che alterna momenti di apparente lucidità a scatti d’ira grotteschi.
- Fotografia e scenografia di alto livello: Atmosfere fedeli al periodo storico, con una messa in scena potente e immersiva. La fotografia alterna toni cupi e ombre marcate, che sottolineano il lato più oscuro della storia, a momenti in cui i colori caldi e saturi evocano l’estetica della propaganda fascista dell’epoca. Questa dualità cromatica accompagna perfettamente la narrazione, creando un impatto visivo potente e coerente con il tono della serie.
- Regia di Joe Wright impeccabile: Estetica curata, con un ottimo equilibrio tra realtà e finzione. Alternanza di immagini di repertorio e sequenze in stile teatrale che aumenta il senso di coinvolgimento.
CONTRO
- Narrazione frammentaria e poco fluida: Adattando il romanzo di Scurati, la serie ha ereditato uno stile frammentario che può risultare difficile da seguire. Potrebbe essere disorientante, specialmente senza una conoscenza approfondita della storia.
- Dialoghi che a volte risultano poco comprensibili o troppo didascalici: In alcune scene si ha l’impressione che i personaggi stiano spiegando la storia in modo troppo diretto, rendendo alcuni scambi di battute meno naturali. Altre volte, invece, si ricorre a riferimenti storici poco contestualizzati, che potrebbero risultare di difficile comprensione per chi non conosce nel dettaglio l’epoca.
M – Il figlio del secolo potrebbe candidarsi come una delle migliori serie dell’anno: sorprendente, inquietante e perfettamente realizzata. La regia di Joe Wright e la straordinaria interpretazione di Luca Marinelli la rendono un’esperienza imprescindibile, non solo per chi ama la storia, ma per chiunque voglia comprendere meglio il passato e il presente. Guardate questa serie, immergetevi nella storia, e fidatevi: NON diventerete fascisti, ma avrete ben chiaro cosa significhi davvero esserlo. Continuate a seguirci su Nasce, Cresce, Streamma!
Voto: 9
Articolo di Damiano Longo in collaborazione con Salvatore Carboni
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