Conclusa il 14 luglio su Disney+ e formata da 6 episodi, la serie vede il ritorno di Tom Hiddleston nei panni di Loki. Nel cast anche Owen Wilson, Sophia Di Martino e Gugu Mbatha-Raw.
Quando “Loki” venne annunciata, nessuno sapeva cosa aspettarsi conoscendo il destino del personaggio in “Avengers: Infinity War”. Ma i nuovi elementi introdotti all’interno della serie, hanno reso “Loki” il prodotto più sorprendente e innovativo ideato per il Marvel Cinematic Universe, tanto da essere rinnovato per una seconda stagione.
Dopo aver rubato il Tesseract durante gli eventi di “Avengers: Endgame”, una versione alternativa di Loki (Tom Hiddleston) viene catturata dalla Time Variance Authority (TVA), un’organizzazione che esiste al di fuori dello spazio-tempo, incaricata al controllo delle linee temporali. La TVA offre a Loki due opzioni: essere cancellato dall’esistenza, essendo lui stesso una variante, oppure aiutarli a fermare una pericolosa minaccia (Sophia Di Martino). Il dio dell’inganno si trova così coinvolto in un’avventura, insieme all’agente della TVA Mobius M. Mobius (Owen Wilson), che lo porterà a viaggiare per il tempo e per lo spazio. Partendo da qui, la serie si rivelerà cruciale per il futuro dell’universo cinematografico Marvel introducendo il concetto di multiverso, che ci accompagnerà per i prossimi anni nei vari prodotti.
In una serie chiamata “Loki”, ovviamente a rubare la scena è il suo protagonista interpretato da Tom Hiddleston. L’attore inglese non soltanto regala un’ottima performance attoriale, ma aggiunge delle sfumature al suo personaggio, portandolo non solo ad essere il dio dell’inganno, ma qualcosa di più. Infatti si approfondisce al meglio l’aspetto psicologico del villain della prima fase del MCU, mostrandolo molto più vulnerabile di quello che sembra. Inoltre attraverso questa avventura nello spazio-tempo, cerca la redenzione per le sue azioni passate. Però non abbiamo soltanto il protagonista che dà il titolo alla serie, ma vari comprimari che per alcuni motivi non brillano all’interno dello show.
Se la serie ha un problema, questo lo si trova nel resto del cast principale. Complice una scrittura “limitata” al suo protagonista e all’introduzione del multiverso, personaggi come il Mobius di Owen Wilson, non vengono sfruttati al meglio. Ed è proprio l’agente della TVA a mostrare questo limite. Dopo i primi due episodi ci si aspettava uno sviluppo migliore del rapporto tra lui e Loki, ma il tutto viene minimizzato, riducendo così la drammaticità di un elemento presente nel cliffhanger che chiude la serie. Inoltre la variante interpretata da Sophia Di Martino dovrebbe essere un personaggio che deve tenere testa al protagonista, ma non riesce completamente nel suo compito. A differenza di altri membri del cast più noti, la Di Martino ha molto più spazio, che però non sfrutta al meglio rendendo così più evidente la “superiorità” di Hiddleston rispetto al resto del cast.
“Loki” non parla solo del suo protagonista, ma introduce elementi cruciali per il futuro del MCU. Nella serie vediamo varianti dello stesso Loki e grazie alla loro presenza, viene confermata l’esistenza del multiverso. Le svariate linee temporali non hanno solo introdotto altre versioni del protagonista, ma anche una variante di un personaggio che vedremo in futuro, ma in una veste differente che sarà cruciale per il futuro del MCU. La serie pianta i semi del multiverso e lo introduce in modo coerente all’interno di un universo narrativo molto coeso come quello cinematografico Marvel. Adesso la palla passa alle prossime pellicole che parleranno di questo tema e avranno l’arduo compito di non renderlo confusionario allo spettatore medio.
Con un’ottima regia e fotografia, “Loki” mostra il suo protagonista in una nuova veste e in un contesto inedito. Introducendo il multiverso nel MCU e nuovi personaggi, la serie cambia le carte in tavola, sorprendendo lo spettatore con quella che è al momento la miglior serie Marvel disponibile su Disney+ e alzando così la posta in gioco non solo per la seconda stagione, ma per tutto l’universo Marvel.
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di Gabriele Di Nuovo
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