Attualità

L’Intelligenza artificiale può prevedere la morte delle persone?

In Danimarca è stato sviluppato un nuovo tipo di intelligenza artificiale in grado di determinare quando si verificherà la morte di una persona sulla base di alcuni parametri come il reddito, l’istruzione e la salute del soggetto. Nonostante l’originalità del progetto, tuttavia sono state avanzate numerose critiche circa gli aspetti etici da tenere in considerazione.

Life2vec, l’intelligenza artificiale che può prevedere la morte delle persone

Un gruppo di ricercatori della Technical University of Denmark, appena a Nord di Copenaghen, ha recentemente progettato Life2vec, una nuova intelligenza artificiale in grado di prevedere quando avverrà la morte di una persona con una precisione del 78%.

Come riportato da Il Fatto Quotidiano, Life2vec funziona grazie alla tecnologia che caratterizza anche ChatGPT, infatti ogni persona viene rappresentata come un flusso di eventi che si susseguono l’uno dopo l’altro, determinando quella che è la vita del soggetto nella sua totalità.

Life2Vec riesce a fare una stima della morte delle persone grazie a un database che le è stato fornito dalle autorità governative, riguardante una serie di informazioni personali di 6 milioni di danesi riguardanti il periodo 2008-2020. L’intelligenza artificiale incrocia i numerosi dati come reddito, istruzione, salute e occupazione dei soggetti per effettuare una previsione il più possibile vicina alla realtà.

Ad esempio, è emerso che una morte prematura può essere legata a un reddito basso o alla presenza di un disturbo mentale, mentre le persone che hanno un alto reddito e una posizione di leadership tendono a godere di una vita più lunga.

Gli aspetti etici

Naturalmente, quando la nuova intelligenza artificiale è stata sviluppata, uno dei punti cardine da tenere in considerazione è stato l’aspetto etico, dal momento che si tratta di una tecnologia che si avvicina a temi di una certa delicatezza.

Oggi Life2vec non è disponibile né per le aziende né per il pubblico, infatti, come evidenziato dalla psicologa Youyou Wu del University College di Londra, questa tecnologia potrebbe costituire una minaccia per la società, visto che certi suoi utilizzi facilmente impatterebbero sulla sicurezza personale, professionale e sociale delle persone.

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